Un ingegnere coinvolto fin dall’inizio negli sforzi della NASA per lanciare i primi astronauti nello Spazio e che in seguito ha guidato il Mission Control attraverso alcune delle sue ore più impegnative e trionfali, il direttore di volo Glynn S. Lunney, è morto all’età di 84 anni.
La morte di Lunney, ieri, 19 marzo, è stata confermata dalla NASA. Un amico di famiglia ha riferito che il decesso è seguito a una lunga malattia.
“Glynn era la persona giusta al momento giusto nella storia,” ha affermato in un comunicato Mark Geyer, direttore del Johnson Space Center della NASA a Houston. “La sua leadership unica e il suo intelletto sono stati fondamentali per il successo di alcuni risultati più iconici nel volo spaziale umano“.
Glynn Stephen Lunney, nato a Old Forge, Pennsylvania, il 27 novembre 1936, è stato dipendente della NASA sin dalla sua creazione nel 1958, è stato direttore di volo durante i programmi Gemini e Apollo ed era in servizio durante avvenimenti storici come l’allunaggio dell’Apollo 11 o le ore centrali della crisi dell’Apollo 13. Alla fine del programma Apollo è diventato responsabile del Programma test Apollo-Sojuz, la prima collaborazione in voli spaziali tra Stati Uniti e Unione Sovietica. In seguito ha lavorato come responsabile del Programma Space Shuttle prima di abbandonare la NASA nel 1985 e diventare, successivamente, vice presidente della United Space Alliance, una società di proprietà Rockwell (in seguito Boeing) e Lockheed Martin, che supportava il contratto delle operazioni di volo spaziale della NASA.
Per il suo servizio al programma spaziale statunitense, Lunney è stato insignito della NASA Distinguished Service Medal, della NASA Exceptional Service Medal ed è stato insignito della Presidential Medal of Freedom come membro del team di controllo della missione Apollo 13. Nel 2005, Lunney ha ricevuto il National Space Trophy dalla Rotary National Award for Space Achievement Foundation.