AstraZeneca potrebbe aver fornito dati incompleti sul suo vaccino anti-Covid, ricavati da un test clinico su larga scala condotto negli Stati Uniti, in Cile e in Perù: lo ha reso noto l’Istituto nazionale statunitense per le allergie e le malattie contagiose (Niaid). Stando ai dati forniti dalla casa farmaceutica britannica il vaccino avrebbe mostrato un 79% di efficacia nella prevenzione della malattia sintomatica, e una protezione totale nei confornti delle forme gravi o critiche, senza che si siano registrati rischi accersciuti di trombosi fra i pazienti. Nella dichiarazione, il National Institute of Allergy and Infectious Diseases fa riferimento al fatto che il Data and Safety Monitoring Board ha “espresso preoccupazione” riguardo ad alcune informazioni diffuse della società sui dati iniziali del trial. “Il Dsmb ha espresso preoccupazione per il fatto che Astrazeneca possa aver incluso informazioni superate del trial, che possano aver fornito una visione incompleta dei dati sull’efficacia – si legge nella dichiarazione – Chiediamo alla società di lavorare con il Dsmb per revisionare i dati sull’efficacia ed assicurare che vengano resi pubblici il più presto possibile dati sull’efficacia più accurati ed aggiornati“.
I dubbi espressi dal Niaid arrivano nel momento in cui le autorità sanitarie staunitensi stanno valutando l’autorizzazione di emergenza del vaccino di AstraZeneca, che negli USA non è ancora stato approvato: una decisione in merito dovrebbe arrivare nelle prossime settimane. I Paesi europei avevano precauzionalmente sospeso la somministrazione del vaccino dopo alcuni eventi avversi trombotici registrati in una trentina di pazienti; succesivamente, dopo il parere positivo dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) le vaccinazioni sono riprese regolarmente.