“Se una persona vaccinata ha un infarto, considerando il numero di infarti che giornalmente registriamo, questo non significa che ci sia un rapporto di causa-effetto, ossia che l’evento A ha prodotto l’evento B. Il fatto che siano avvenuti uno dopo l’altro non significa assolutamente che ci sia una correlazione“: risponde così il virologo Carlo Federico Perno, direttore della Microbiologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, interpellato nel corso di un’intervista rilasciata all’agenzia Dire in merito ai 166 episodi di tromboembolismo che si verificano al giorno in Italia indipendenti dal vaccino.
“Faccio un esempio e una ‘modesta’ polemica– prosegue Perno- l’età nella quale si fanno le vaccinazioni dei bambini è anche l’età in cui, ahimè, compaiono i primi segni dell’autismo. È un tipico esempio in cui si ha correlazione temporale fra i due eventi: si fanno le vaccinazioni e nello stesso tempo, in certi casi, compaiono i primi segni dell’autismo. Questo ha portato più di uno a sostenere che le vaccinazioni producono l’autismo. Non è così, vi è solo una correlazione temporale. Noi dobbiamo cercare le cause che producono gli effetti, non possiamo ragionare in termini temporali“.
In Italia si registrano ogni anno circa 60mila casi di trombosi. La percentuale di reazioni avverse al vaccino di AstraZeneca si aggira intorno allo 0,0003%. In Gran Bretagna e altri Paesi, pur avendo casi simili, non hanno bloccato l’inoculazione.
– Ha fatto bene Aifa a sospendere temporaneamente la somministrazione del vaccino AstraZeneca dopo i casi di trombosi che si sono verificati in alcuni pazienti?
“Innanzitutto Aifa si è adeguata, come è giusto che sia, ad un blocco a livello europeo. In questo momento ci sono due situazioni collaterali: da un lato i numeri che ci dicono che non esiste alcuna evidenza che questo vaccino produca trombosi; dall’altro lato c’è il principio di precauzione, ossia nel momento in cui avviene un evento inspiegabile è necessario che vengano messe in atto tutte le procedure per valutare e poter capire che cosa sta succedendo. Due realtà assolutamente compatibili”.
– Intanto qualcuno, compreso il presidente dell’Aifa, si aspetta una nota di avvertenza da parte dell’Agenzia europea per i Medicinali (Ema) perché ci sia maggiore attenzione nel somministrare AstraZeneca alle donne che prendono la pillola anticoncezionale, che è un farmaco pro-trombotico: che ne pensa?
“La pillola anticoncezionale non è esattamente un farmaco pro-trombotico: in alcune persone, in condizioni particolari, può aumentare l’incidenza di trombosi.
Prevale quindi di nuovo il principio di precauzione, cioè finché non abbiamo capito che cosa sta succedendo esattamente ci vuole cautela. Tutte le cose che stiamo vedendo vanno nella direzione di non causalità però è necessario andare a fondo”.
Si è parlato molto di AstraZeneca, ma si sono registrati eventi collaterali anche con Pfizer e Moderna?
“Credo sia un problema di percezione, perché noi abbiamo puntato l’attenzione su AstraZeneca. Se andiamo a guardare i dati finora pubblicati, anche Pfizer e Moderna hanno avuto i loro casi di eventi collaterali. Se andiamo a guardare i dati finora pubblicati, anche Pfizer e Moderna hanno avuto i loro casi di eventi collaterali”.
“Dobbiamo fidarci di ciò che la scienza ci propone in questo momento e che non vi siano evidenze che questi vaccini siano pericolosi. Certo, abbiamo una percezione basata su fatti che Pfizer e Moderna abbiano un’efficacia leggermente superiore, ma non abbiamo nessuna evidenza riguardo maggiore o minore tossicità rispetto ad AstraZeneca”.
– Esiste comunque, secondo lei, il rischio che questa sospensione incida sulla campagna vaccinale?
“Sì, secondo me potrebbe incidere da un punto di vista emotivo. È evidente che tra le persone il dubbio c’è. Per questo è necessario si facciano due cose: la prima è una declaratoria dell’Ema che sia decisa, sicura e chiara nell’indicare che non ci sono correlazioni di causa-effetto tra la vaccinazione e la trombosi. L’altra è che ci sia anche una comunicazione univoca da parte dei cosiddetti ‘esperti’ che sappiano esprimere dati basati sulla scienza e non semplicemente sulle proprie opinioni. Troppa gente parla in questo ambito, pochi hanno le competenze per farlo. Ecco quando si esprimono opinioni è indispensabile basarsi sui fatti”.
Vaccini e caldo porteranno verso un’estate tranquilla?
“Ricordiamo che ci sono 4 Coronavirus che ci infettano normalmente, causando di solito un banale raffreddore; d’estate questi virus di solito spariscono. Quindi tutto questo mi porta a pensare che le vaccinazioni e il caldo ci porteranno verso un’estate tranquilla. Certo, dobbiamo fare in modo che a settembre non si riparta con i contagi”.