L’Ema continua a sostenere che “i benefici di AstraZeneca siano maggiori dei rischi”, ma in seguito alla richiesta del commissario Ue alla salute – sottolinea in una nota – “sta intraprendendo una revisione dei dati sulle vaccinazioni e sull’epidemiologia della malattia”. Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’Ema, “valuterà anche se aggiornare le raccomandazioni per una seconda dose di Vaxzevria in coloro che hanno gia’ ricevuto la prima dose”. E’ uno degli obiettivi della nuova revisione annunciata dall’Ema sul prodotto dell’azienda anglo-svedese, avviata per approfondire i casi di trombosi rare segnalati dopo l’iniezione.
Danimarca, seconda dose con altro vaccino
Le autorita’ sanitarie danesi hanno confermato l’annullamento di tutte le prenotazioni che riguardano le future somministrazioni con il vaccino AstraZeneca, che verranno riprogrammate. In particolare, coloro che hanno gia’ ricevuto la prima dose, saranno contattati per fissare un nuovo richiamo con un altro vaccino. Le porte non restano pero’ totalmente chiuse visto che “non si esclude che si possa reintrodurre il vaccino in un secondo momento se la situazione dovesse cambiare”.
La situazione in Italia
Intanto in Italia sempre più persone rinunciano a farlo. “Non mancano idee o posti dove effettuare i vaccini, mancano i vaccini. Ieri abbiamo finito Pfizer e abbiamo una notevole quantita’ di AstraZeneca che la gente rifiuta al 70-80%“. Lo ha detto Mario La Rocca, dirigente generale del dipartimento regionale per la pianificazione strategica e dirigente generale ad interim del dipartimento regionale delle attivita’ sanitarie e dell’osservatorio epidemiologico, durante la sua audizione in commissione sanita’ all’Ars che oggi si e’ occupata della emergenza sanitaria in Sicilia. “Abbiamo aperto agli over 60 – ha aggiunto – sperando di intercettare tutta quella parte di popolazione che chiede di vaccinarsi. Siamo indietro sugli over 80 perche’ diverse persone, per problemi tecnologici o altro, non si sono vaccinati. Spero – ha proseguito – che col supporto dei medici di famiglia di riuscire a velocizzare tutto. Per quanto riguarda la cura col plasma mi sento di dire che e’ stata abbandonata quasi in tutta Italia, mentre con le monoclonali stiamo partendo e ci vuole personale esperto“.