Un maxi studio, frutto del progetto europeo Soclimpact che ha coinvolto 24 partner di ricerca di otto Paesi europei, ha affrontato i danni che i cambiamenti climatici potrebbero provocare sul futuro del turismo europeo per isole e arcipelaghi. Per quanto riguarda l’Italia, nel peggiore scenario di riscaldamento globale, Sardegna e Sicilia potrebbero subire perdite di Pil rispettivamente dell’8% e del 4% e a una contrazione della spesa turistica del 59% e 38%.
I ricercatori, di cui fanno parte il gruppo dell’Universita’ di Bologna e il Cast (Centro di studi avanzati sul turismo) attivo al Campus di Rimini, hanno definito modelli di proiezione dei rischi calcolati per due scenari climatici, a basse emissioni e ad alte emissioni, e su due orizzonti temporali, di medio periodo (tra il 2046 e il 2065) e di lungo periodo (tra il 2081 e il 2100). Lo scenario peggiore prevede, nel 2100, una spesa turistica molto piu’ bassa di quella che si avrebbe nello stesso anno in condizioni normali: “A livello complessivo – spiega Paolo Figini, professore presso il Dipartimento di Scienze economiche dell’Unibo – si puo’ stimare che la spesa turistica complessiva a fine secolo sia del 59% inferiore in Sardegna, mentre in Sicilia siamo al meno 38%”. I due modelli macroeconomici utilizzati, sottolinea Figini, danno “per la Sardegna una perdita di Pil al 2100 che va tra il 4 e l’8%, mentre in Sicilia e’ tra il 2 e il 4%”.
Finanziato dal programma Horizon, lo studio e’ durato 40 mesi di lavori.