“Dopo una settimana di relativa calma, il Cratere di Sud-Est dell’Etna si è risvegliato nel mattino del 31 marzo 2021 facendo sentire la sua voce con una forte esplosione alle ore locali 07:07 (Figura 1), seguita da diversi sbuffi di cenere, dando così l’avvio al 17° episodio parossistico nella sequenza eruttiva iniziata il 16 febbraio. Questo episodio si distingue per la sua lunga durata e l’abbondante emissione di lava da una bocca posta alla base meridionale del Cratere di Sud-Est”, riporta un articolo pubblicato sul blog INGVvulcani.
“Nella stessa mattinata, a partire dalle ore 11:00 circa, le telecamere termiche dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-Osservatorio Etneo ed un sorvolo in elicottero effettuato dalla Guardia Costiera, hanno rilevato una anomalia alla base meridionale del Cratere di Sud-Est (Figure 2 e 3). Questa anomalia corrispondeva all’emissione di lava da una bocca che già dopo i parossismi recenti aveva emesso piccole colate di lava”.
“Nel tardo pomeriggio è aumentata l’attività esplosiva al Cratere di Sud-Est, e dalla bocca effusiva alla sua base meridionale si sono espansi diversi flussi lavici (Figura 4). Quello principale era diretto verso l’orlo della Valle del Bove, mentre gli altri, più piccoli, stavano avanzando verso sud e sud-ovest. Durante la serata, si sono aperte altre due bocche effusive alla base meridionale del Cratere di Sud-Est, che insieme a quella attiva dal mattino producevano anche lanci di brandelli di lava (attività di spattering) fino a qualche decina di metri di altezza (Figura 5)“, continua l’articolo.
“Nella notte, l’attività stromboliana al Cratere di SE è passata gradualmente a fontana di lava. Il flusso lavico principale ha cominciato a riversarsi sulla parete occidentale della Valle del Bove (Figura 6). Con l’intensificarsi dell’attività esplosiva, una colonna eruttiva si è alzata fino all’altezza di 9000 m sopra il livello del mare, per essere poi portata dal vento verso sud-sudovest. Contestualmente, nelle prime ore dell’1 aprile, verso le 02:00 del mattino, si è osservato un trabocco lavico dall’orlo orientale del Cratere di SE che si è espanso anch’esso nella parte alta della Valle del Bove, parallelamente a quello generato dalla bocca alla base dello stesso cratere (Figura 7)”.
“All’alba dell’1 aprile, l’attività esplosiva era nuovamente passata da fontane di lava a violenta attività stromboliana accompagnata da abbondante emissione di cenere che è stata spinta dal vento verso sud. Continuava l’emissione di lava, che stava generando diversi flussi lavici. Dallo stesso Cratere di Sud-Est, una modesta colata lavica si stava riversando sull’alta parete della Valle del Bove (Figura 7). La lava emessa dalle bocche alla base meridionale del Cratere di Sud-Est si è espansa a ventaglio, alimentando il flusso già attivo dalla mattinata precedente, verso la Valle del Bove. Un secondo ramo, orientato verso sud-sudest, costeggiava l’orlo occidentale della Valle del Bove in direzione del punto panoramico conosciuto come “Belvedere”; un terzo flusso, diretto verso sud-sudovest, si è riversato nella sella fra i coni del Monte Barbagallo (eruzione 2002-2003) e Monte Frumento Supino (Figura 8)”.
“Nella tarda mattinata dell’1 aprile, l’attività esplosiva al Cratere di Sud-Est, dopo una lunga serie di numerosissimi forti boati, si è pressoché esaurita, anche se durante il pomeriggio sono state osservate ancora modeste emissioni di cenere. Continuava invece l’attività effusiva, che nelle ultime ore di attività al Cratere di Sud-Est stava anche producendo una nuova piccola tracimazione dall’orlo orientale del cratere. Nel pomeriggio il flusso sud-sudorientale, dopo aver invaso il punto panoramico di “Belvedere”, si è riversato sulla parete sud-occidentale della Valle del Bove. Durante la notte dell’1-2 aprile, l’attività effusiva si è gradualmente esaurita.
Continua, in maniera del tutto indisturbata dalle vicende del Cratere di Sud-Est, l’attività esplosiva all’interno degli altri crateri sommitali, in particolare al cratere Voragine, che ad intervalli di qualche decina di minuti produce cospicui sbuffi di cenere”, conclude l’articolo di INGVvulcani.