I satelliti monitorano l’imprevedibile comportamento dell’Etna: le fontane di lava delle recenti eruzioni sono tra le più alte osservate al Cratere di Sud-Est

Ecco le immagini dei satelliti che mostrano l’attività più recente avvenuta sull’Etna, che dal 16 febbraio scorso ha iniziato una sequenza di eruzioni
MeteoWeb

L’Etna è uno dei vulcani più attivi del mondo. Le sue eruzioni si verificano in cima, dove ci sono 4 crateri: Voragine e Bocca Nuova, che si sono formati rispettivamente nel 1945 e nel 1928, il Cratere di Nord-Est, il punto più alto dell’Etna (3.330 metri) e il Cratere di Sud-Est, che recentemente è stato il più attivo dei 4. A partire da metà febbraio 2021, infatti, il Cratere di Sud-Est ha prodotto una serie di intense fontane di lava che hanno colorato il cielo notturno con sfumature di rosso e arancione. Nel corso delle settimane successive, il vulcano ha prodotto fontane di lava fino ad 1,5km di altezza.

Queste spettacolari esplosioni sono tra le più alte osservate al Cratere di Sud-Est negli ultimi decenni. In passato, le fontane di lava che raggiungevano la stessa altezza sono state osservate solo al Cratere Voragine nel dicembre 2015, con fontane di lava di oltre 2km.

I vari satelliti trasportano strumenti diversi che possono fornire una vasta gamma di informazioni complementari per comprendere le eruzioni vulcaniche. Quando l’eruzione inizia, gli strumenti ottici possono catturare i vari fenomeni ad essa associati, inclusi flussi di lava, frane, fessure nel suolo e terremoti.

Le immagini in alto nell’articolo mostrano l’attività più recente avvenuta sull’Etna. Le immagini, catturate dalle missioni Sentinel-2 e Sentinel-3 di Copernicus, sono state elaborate utilizzando la banda a infrarossi a onde corte per mostrare l’attività in corso al cratere. Si possono vedere anche i pennacchi di fumo soffiati verso est, in direzione di Giarre.

I sensori atmosferici sui satelliti possono identificare anche i gas e gli aerosol rilasciati dall’eruzione, ma anche quantificare il loro impatto ambientale. L’immagine seguente, catturata dal satellite Sentinel-5P di Copernicus, mostra le concentrazioni di anidride solforosa che viaggiano verso sud in direzione della Libia. L’anidride solforosa è rilasciata da un vulcano quando il magma è relativamente vicino alla superficie.

Contains modified Copernicus Sentinel data (2021), processed by ESA, CC BY-SA 3.0 IGO

Dopo una settimana di relativa calma, il Cratere di Sud-Est dell’Etna si è risvegliato la mattina del 31 marzo, con una forte esplosione intorno alle 7 (ora locale), seguita da diversi sbuffi di cenere e lava. Secondo l’INGV, l’attività esplosiva è aumentata nel tardo pomeriggio e durante la notte, con la lava che scorreva verso la Valle del Bove e flussi di lava più piccoli che avanzavano verso sud. Dopo questo episodio, il 17° parossismo della sequenza iniziata il 16 febbraio, l’attività al Cratere di Sud-Est è rimasta calma.

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