“Il vaccino anti-Covid di J&J è basato sugli stessi principi di quello di AstraZeneca. E’ verosimile che i rarissimi eventi avversi, che sono stati evidenziati per i due prodotti, siano riconducibili allo stesso meccanismo. Con una stessa ipotesi di origine autoimmune. I dati disponibili sembrano infatti indicare l’esistenza di una reazione autoimmunitaria”. Lo spiega all’Adnkronos Salute, Andrea Cossarizza, docente di Patologia generale e Immunologia all’università degli Studi di Modena e Reggio Emilia commentando la sospensione, negli Stati Uniti per il vaccino Johnson & Johnson dopo alcuni episodi di trombosi gravi. “Si tratta – spiega Cossarizza – di eventi estremamente rari: negli Usa sono riportati sei casi, di cui uno mortale e uno grave, su poco meno di 7 milioni di vaccinazioni. E riguardano tutti donne, come abbiamo visto con AstraZeneca, tra i 18 e i 48 anni. L’ipotesi, dunque, è che alla base di questo fenomeno ci sia un meccanismo di immunopatogenesi che attiva una risposta immunitaria eccessiva contro qualche componente dell’organismo. Nelle donne in quella fascia di età, del resto, è più frequente l’incidenza di malattie autoimmuni“.
L’immunologo ricorda che su J&J, al momento, non ci sono analisi pubblicate mentre per AstraZeneca sono usciti due importanti lavori, il 9 aprile sul New England Journal of Medicine, “che mostrano la presenza di anticorpi anti PF4, molecole presenti nelle piastrine, simili a quelli visti in rari pazienti dopo il trattamento con eparina. Il meccanismo patogenetico di Astrazeneca, dunque, è stato in parte già identificato”. Gli elementi comuni tra i casi, comunque, ci sono. “Sono tutte donne, in buona salute, della stessa fascia di età. E nelle donne, per motivi anche legati agli ormoni e al genere, c’è una predisposizione maggiore a sviluppare malattie autoimmuni”, conclude l’immunologo che, considerando i numeri e la rarità dei casi, evidenzia come l’individuazione di questi rarissimi eventi avversi dimostri “che il sistema di farmacovigilanza sia efficiente, in Europa come negli Usa”.
Bonaccini, ‘mi auguro che J&J non venga fermato’
Sul fronte del vaccino della Johnson&Johnson e della richiesta di sospensione della sua somministrazione negli Stati Uniti, alla luce di alcuni casi di coagulazione, “intanto attendiamo il pronunciamento delle autorita’ scientifiche su cosa succede o cosa possa succedere. Mi auguro che come avvenuto per AstraZeneca comunque il vaccino non venga fermato. Questo vorrebbe dire che e’ sicuro e vorrebbe dire che lo si puo’ utilizzare”. Cosi’, intervenendo su Rai Radio1 all’interno del programma ‘In Vivavoce’, il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. “Ieri in Emilia-Romagna – ha argomentato – tra coloro che venivano chiamati, fra i 70 e i 74 anni, le rinunce della vaccinazione con AstraZeneca, sono state pochissime. Io mi auguro che per Johnson&Johnson accada la stessa cosa, cioe’ che possa essere rimesso in circolazione e utilizzato perche’, altrimenti, sarebbe una bella tegola”. Del vaccino statunitense, ha proseguito il presidente emiliano-romagnolo, “e’ arrivata oggi la prima fornitura. Doveva essere messa nella disponibilita’ delle varie regioni seppure per poche migliaia nelle prossime: ora arriva questo stop che e’ un ulteriore problema. E’ giusta la precauzione, bisogna guardarci bene fino in fondo – ha concluso Bonaccini – auguriamoci che possa essere un ulteriore vaccino che si aggiunge a quelli che gia’ ci sono in attesa di ReiThera entro l’estate. I vaccini sono l’unico strumento per battere il virus definitivamente”.
Gelmini, ‘stop J&J ha effetti limitati su nostro piano’
“Il pronunciamento su Johnson&Johnson ha effetto limitatissimo rispetto al piano vaccinale . Stanno arrivando nel nostro Paese 4,2 milioni di vaccini, ma solo 200mila sono J&J . Questa sospensione crea disagi e preoccupazione ma la dobbiamo ridimensionare perche’ sono pochissimi i casi , sono in un numero inferiore a quelli di AstraZenenza. Questo poi dimostra che c ‘e’ trasparenza e sorveglianza sui vaccini”. Lo ha detto il ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini partecipando a un evento organizzando da Eureca su Stato, regioni e lotta la Covid. “Il nostro piano quindi non viene intaccato grazie ad altri prodotti”, ha aggiunto. “Ci affideremo a Aifa e all’Ema e aspettero’ le loro valutazioni, ma ad oggi i nostro piano e’ perfettamente in grado di andare avanti”.