Nel mare di Ustica sono state recuperate due anfore provenienti dal relitto della nave romana individuata due anni fa, nei fondali a 80 metri di profondità e 200 metri di distanza dalla costa, lungo l’itinerario della Falconiera. Ci sono voluti tre tentativi per recuperarle, ma, spiega la Soprintendente del Mare, Valeria Li Vigni, si è riusciti a concludere “un’operazione iniziata nel 2019 con la casuale individuazione di un cumulo di anfore nel mare di Ustica a una profondita’ stimata in 70 metri e proseguita con l’organizzazione di una missione che, appena due giorni fa ha effettuato le immersioni per effettuare i rilievi in 3D e le necessarie diagnosi”. La nave sommersa, una volta circoscritta e individuata con esattezza ad una profondita’ di 80 metri, “verra’ musealizzata sul posto per far parte di uno degli itinerari archeologici sommersi”.