Solo in Italia, muoiono 90mila persone ogni anno a causa del fumo, e di questi 1 su 4 ha meno di 65 anni a causa delle patologie collegate al tabacco (a partire dai tumori, malattie respiratorie e cardiovascolari). In prima linea, nell’intento di sensibilizzare la popolazione sugli effetti dannosi del fumo, l’Associazione Respiriamo Insieme-APS rinnova l’impegno promuovendo nel corso della Giornata Mondiale senza tabacco (31 maggio, ore 18:00 sui canali youtube e facebook di RespiriamoInsieme), un incontro live streaming con esperti medico-scientifico e rappresentanti delle istituzioni.
“Anche la nostra associazione si sta battendo per ottenere l’aumento del costo delle sigarette (normali ed elettroniche), del tabacco riscaldato e di altri prodotti considerati “light”. Si tratta di una misura che riteniamo necessaria e urgente – precisa Simona BARBAGLIA, Presidente dell’Associazione Respiriamo Insieme-APS – per mitigare l’impatto delle malattie fumo-correlate. Continua la nostra azione per mobilizzare le risorse utili a promuovere campagne nazionali di sensibilizzazione e per rispondere alle esigenze dei fumatori nella lotta alla dipendenza oltre a potenziare, con il personale sanitario e socio-sanitario, i servizi offerti dai centri pneumologici a favore dei malati con patologia respiratoria cronica aggravata dal fumo. Un’attenzione speciale quest’anno l’abbiamo riservata ai più giovani, dedicando un nuovo contest per sensibilizzare ad “un mondo o un giorno senza tabacco” tema della giornata.”
QUANTI SONO I FUMATORI, GLI EX, I NEW ENTRY
Sono oltre 10 milioni (11,6) le persone che in Italia fumano, divisi tra 7,1 milioni di uomini e 4,5 di donne, con una media di 10-19 sigarette al giorno per il 42,8%. Ad aver smesso sono 6,3 milioni, mentre chi comincia a fumare ha un’età compresa tra i 15 e 17 anni (1)
“È in questa fascia di età che il nostro apparato respiratorio è ancora in formazione e l’albero bronchiale in particolare non è ancora completamente sviluppato, essendo le ramificazione bronchiali ancora in numero ridotto rispetto a quello della maturità dell’apparato respiratorio che si raggiunge in entrambi i sessi dopo i 20 anni. Il fumo quindi – spiega Gianna CAMICIOTTOLI, Coordinatore del Comitato Scientifico dell’Associazione Respiriamo Insieme-APS, Professore Associato Università di Firenze, Responsabile Unit Asma Grave Ospedale Universitario Careggi di Firenze – è un’importante causa di ridotta funzione polmonare permanente proprio per questo effetto di riduzione e/o arresto dello sviluppo completo dell’albero bronchiale. Il fumo agisce anche sulle pareti bronchiali creando un’infiammazione con caratteristiche tipiche, che comporta ispessimento delle pareti del bronco e aumento del numero e della funzione delle cellule mucipare. Inoltre il fumo riduce o azzera le capacità difensive dei bronchi e favorisce quindi il ristagno di secrezioni bronchiali, agendo inoltre sul parenchima polmonare con effetti di tipo destruente soprattutto sulle fibre elastiche causando vere e proprie perdite di tessuto a configurare il quadro noto come enfisema polmonare”.
UNA DIPENDENZA DIFFICILE DA SUPERARE (COMPRESI I TENTATIVI)
Smettere di fumare risulta difficile. Si stima infatti che almeno il 35% degli italiani (1) ha provato a smettere di fumare almeno una volta, ma di questi solo una bassa quota, meno del 10%, raggiunge l’obiettivo e riferisce di avere smesso di fumare da più di 6 mesi.
“Fumare determina tre tipi di dipendenze che devono essere affrontate in modo diverso. La prima è quella fisica causata dalla nicotina. La seconda è quella comportamentale legata alle abitudini, ai gesti e ai rituali associati alla sigaretta. Infine quella psicologica dovuta al fatto che fumare aiuta a regolare ansia e a creare piacere, fornendo una sensazione di controllo sugli eventi esterni e su sé stessi, rendendo più agevole il contatto sociale. In chi soffre di una patologia respiratoria cronica, – si inserisce Ilaria BAIARDINI, Psicologa e Psicoterapeuta, – la sigaretta può diventare una strategia disfunzionale per gestire le difficoltà e le emozioni connesse alla malattia. Fumare, in questi pazienti, assume quindi un’ulteriore valenza negativa, in quanto non solo danneggia la salute, ma ostacola il processo di adattamento alla malattia”.
FUMO: CAUSA BPCO, AGGRAVA L’ASMA E CONTRASTA L’EFFICACIA DELLE TERAPIE
Il fumo di sigaretta è la causa principale dell’insorgenza della BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), una condizione patologica dell’apparato respiratorio caratterizzata dalla comparsa di tosse, espettorazione e fatica respiratoria. Sebbene tutti i fumatori, con il tempo, avranno modo di assistere all’insorgenza di sintomi come tosse ed espettorazione, si stima che il 15-50% dei fumatori sviluppi questa patologia nel corso della vita. Il rischio di sviluppare la BPCO è, inoltre, maggiore in coloro che iniziano a fumare da giovani poiché, in questo caso, viene compromesso lo sviluppo polmonare.
“Il fumo peggiora il controllo dell’asma bronchiale. Basti pensare che il cardine della terapia dell’asma bronchiale, in tutti i suoi possibili step di gravità (2) , è l’antiinfiammatorio assunto per via inalatoria e che la maggior parte dei composti aspirati con il fumo di sigaretta – conclude CAMICIOTTOLI – ha un elevato potere infiammatorio. Inoltre alcuni di questi composti si legano sulla superficie bronchiale agli stessi recettori dove si legano i farmaci antiasmatici contrastandone cosi pesantemente l’efficacia”
UN CONTEST PER IMMAGINARE UN GIORNO SENZA TABACCO
Continuano le proposte dell’Associazione Respiriamo Insieme-APS rivolte a sensibilizzare le problematiche fumo-correlate in presenza di una patologia respiratoria.
Di nuovo al centro i giovani under 25 che potranno partecipare al contest dal nome evocativo AsmART Attack, in cui viene richiesto uno sforzo creativo di rappresentazione di un giorno o una vita senza tabacco. Basterà inviare un’opera e votare le opere preferite. I vincitori verranno premiati il 31 maggio 2021, nel corso di una diretta streaming organizzata da Respiriamo insieme in contemporanea sui canali Facebook e Youtube dell’Associazione.
(1)Indagine PASSI, triennio 2014-2017
(2) Documento GINA 2021