“Non tutte le mutazioni” di SARS-CoV-2 “peggiorano la situazione. Anzi. Ne abbiamo appena tracciate alcune ‘benigne’ tra gli indiani rientrati: è un ceppo meno grave di quello prevalente nel nostro Paese“: è quanto ha spiegato in un’intervista a ‘Il Messaggero’ Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, che invita a mantenere la calma. “Il nemico è il virus, non le varianti – ha sottolineato il medico – Le mutazioni ci aiutano a capire come avere strumenti sempre adatti a fronteggiare la pandemia. Ma non ci devono spaventare. La ragazza positiva alla sudafricana è in via di guarigione, la situazione è sotto controllo“. “Tra gli indiani abbiamo scoperto, col nostro sequenzimetro, alcune mutazioni ‘benigne, meno gravi dal punto di vista della contagiosità e della patogenicità. Questo è positivo, significa che il virus può mutare in forme meno invalidanti“.
“Non comprendo molto chi, spesso senza conoscenze approfondite, da tempo specula e terrorizza sulle varianti“: Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e componente dell’Unità di crisi Covid-19 della Liguria, commenta così all’Adnkronos Salute la scoperta dell’Inmi Spallanzani di Roma di alcune varianti “benigne” tra gli indiani rientrati in Italia. “Tutti parlano delle varianti Covid come negative, ma possono esserci anche quelle benigne e sono molte. E’ un modo che ha il virus di mutare. Finora abbiamo osservato e studiato quelle maggiormente contagiose e più aggressive come la variante inglese. Ma ad oggi i vaccini a mRna funzionano” anche contro di loro, “per questo non comprendo molto chi, spesso senza conoscenze approfondite, da tempo specula e terrorizza sulle varianti“.
“Sono d’accordo con quanto emerso dallo studio dello Spallanzani e con la riflessione del direttore Vaia: non tutte le mutazioni peggiorano la situazione“, ha concluso Bassetti.