Dal quarto dei 15 webinar ”Sapiens Tecnologici” coordinati da Mario Tozzi, che anticipano l’Earth Tech Expo, prima fiera europea della transizione digitale ed ecologica, in programma alla Fortezza da Basso di Firenze dal 13 al 16 ottobre, emergono i dati sui terremoti che hanno colpito l’Italia negli ultimi 25 anni. Nell’ultimo quarto di secolo, i sismi hanno provocato quasi mille morti, oltre 30mila civili coinvolti e un costo per le ricostruzioni di 83 miliardi. I terremoti che hanno colpito L’Aquila, l’Emilia-Romagna e il Centro Italia hanno provocato le maggiori devastazioni, richiedendo complessivamente investimenti di oltre 53 miliardi di euro.
Il webinar si è concentrato in particolare sull’innovazione tecnologica nell’edilizia antisismica e sulle nuove pianificazioni urbanistiche nel segno della sicurezza, oltre che sul focus sulle 7 ricostruzioni in corso nei 300 Comuni devastati dai terremoti dall’Aquila a Ischia ai paesi etnei, molisani e emiliani. Tuttavia servono nuove norme coordinate e un ”codice della ricostruzione”, come sottolineato Elisa Grande, Capo Dipartimento Casa Italia della Presidenza del Consiglio dei Ministri: ”Dobbiamo trovare modalità che si possano applicare in modo flessibile ad ogni situazione”.
Quanto dovremmo spendere per mettere in sicurezza il patrimonio edilizio italiano che vede tra i 4 e i 5 milioni di edifici sui 12 milioni complessivi non a norma e a rischio lesioni o crolli? Almeno 100 miliardi di euro per l’edilizia in zona 1 e 2 più rischiosa, secondo le stime. ”È una cifra che è sempre stata utilizzata come alibi per non fare nulla, eppure le sole tre ricostruzioni degli ultimi 11 anni (Aquila, Emilia e Centro Italia) ci costeranno quasi 54 miliardi”, spiega Erasmo D’Angelis, Segretario Generale Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale che ha realizzato la prima piattaforma tecnologica per il controllo di suolo, acque e frane in funzione nei 138 comuni colpiti dai terremoti 2016-17 tra Lazio, Abruzzo, Marche e Umbria.
”L’Italia – ha spiegato Fabrizio Curcio capo della Protezione Civile – è uno dei paesi a più alto rischio sismico e ogni anno monitoriamo quasi 2500 scosse di magnitudo non superiore a 2,5. Se si pensa che dal Medioevo ad oggi i terremoti nel nostro Paese hanno distrutto oltre 4800 centri abitati, alcuni anche più di una volta, si comprende l’entità del problema. Oggi per fortuna abbiamo gli strumenti e la tecnologia per difenderci e dobbiamo usarli. Dobbiamo raggiungere il rischio accettabile, ovvero evitare che e persone perdano la vita a causa dei crolli”.
Resta, come ha chiarito il Commissario straordinario Giovanni Legnini che guida la ricostruzione post-terremoto del Centro Italia, il tema della ”sburocratizzazione delle procedure” e la necessità ”di fare squadra”, e agire come un sistema coeso utilizzando tutte le ingenti risorse che abbiamo a disposizione, ‘‘lavorando soprattutto sulla prevenzione, la parola che deve unire tutti noi italiani a tutti i livelli. Per una strategia vincente, tutti gli attori coinvolti devono lavorare in sinergia”.