Cambiamenti climatici, l’IPCC lancia un nuovo allarme: il riscaldamento globale mette l’umanità a rischio

"La vita sulla Terra può riprendersi dai grandi cambiamenti climatici evolvendosi in nuove specie e creando nuovi ecosistemi, ma l'umanità non può"
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E’ stata diffusa la bozza del nuovo rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell’Organizzazione delle Nazioni Unite: l’IPCC ha lanciato un nuovo allarme, secondo cui un riscaldamento globale al di sopra della soglia fissata dall’Accordo di Parigi sul clima potrebbe avere “impatti irreversibili sui sistemi umani“.
Il rapporto completo da 4mila pagine, molto più allarmistico del precedente (2014), è indirizzato principalmente alle prossime decisioni politiche (sarà pubblicato ufficialmente fino a febbraio 2022, dopo la sua approvazione per consenso da parte dei 195 Stati membri).

Secondo la bozza, se si raggiungeranno i +2°C anziché +1,5°C, circa 420 milioni di persone in più sulla Terra dovranno affrontare “ondate di caldo estremo” e fino a 80 milioni di persone in più nel mondo potrebbero essere minacciate dalla fame.
L’IPCC ha avvertito che la vita sulla Terra come la conosciamo sarà inevitabilmente trasformata dal cambiamento climatico quando i bambini nati nel 2021 avranno 30 anni o anche prima: l’ente ha evidenziato il rischio concreto di carenza d’acqua, esodo, malnutrizione, estinzione delle specie.
Qualunque sia il tasso di riduzione delle emissioni di gas serra, gli impatti devastanti del global warming sulla natura e sull’umanità si aggraveranno – ha spiegato la bozza – e diventeranno tangibili ben prima del 2050.
La vita sulla Terra può riprendersi dai grandi cambiamenti climatici evolvendosi in nuove specie e creando nuovi ecosistemi, ma l’umanità non può,” ha avvertito l’IPCC.

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