L’Etna è di nuovo in eruzione: un violento parossismo sta interessando il Cratere di Sud-Est del vulcano siciliano, con enormi fontane di lava che alimentano la solita colata lavica attiva ad ogni evento parossistico negli ultimi mesi. Il tremore vulcanico è in forte aumento. Una nube di cenere e materiale vulcanico si è alzata per svariati chilometri sulla Sicilia orientale, e si muove spinta dai venti verso la costa jonica del catanese.
Nel comunicato delle 21:54, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, informa che “a partire dalle 19:00 UTC, la fontana di lava dal Cratere di Sud-Est si è gradualmente esaurita. In accordo con il modello previsionale, la dispersione della nube eruttiva ha riguardato il settore Est-Nord-Est del vulcano. La nube eruttiva ha raggiunto l’altezza di circa 9 km s.l.m.. La fontana di lava ha anche prodotto un trabocco lavico lungo il versante meridionale del Cratere di Sud-Est, che si è propagato in direzione Sud-Ovest, il cui fronte al momento si attesta ad una quota stimata di circa 2900 m s.l.m. Inoltre, durante l’episodio di fontana, si è osservata l’apertura di una bocca eruttiva nell’alto versante orientale del Cratere di Sud-Est. Tale bocca produce una modesta attività esplosiva ed effusione lavica, con flussi che si riversano nell’alto settore della Valle del Bove. Al momento, il fronte più avanzato si attesta ad una quota stimata di circa 2700 m s.l.m. Attualmente, persiste una debole attività stromboliana al Cratere di Sud-Est”.
“Dopo il massimo raggiunto alle 18:50 UTC l’ampiezza del tremore vulcanico è rapidamente diminuita restando al momento su valori medio-alti. Le localizzazioni del tremore permangono nella zona del Cratere di Sud-Est ad una quota di circa 2900 m s.l.m. Anche l’attività infrasonica ha subito un netto decremento ed attualmente è sul livello basso. Durante la fase di fontana di lava le stazioni della rete clinometrica hanno registrato modeste variazioni. Non si osservano variazioni significative nei segnali acquisiti dalla rete GNSS”, conclude l’INGV.