La realizzazione di Einstein Telescope a Sos Enattos è ufficialmente uno dei progetti del piano di investimenti presentato dalla Regione Sardegna nell’ambito del Recovery Fund. “Si tratta di un progetto strategico che avrà un grande impatto sull’economia e lo sviluppo dell’Isola, per questo motivo abbiamo deciso di sostenerlo con un importante investimento”, annuncia il presidente Christian Solinas.
L’investimento della Regione sarà di 300 milioni di euro, a fronte di un costo di realizzazione totale di 1,7 miliardi che saranno coperti, per la parte restante, da fondi nazionali ed europei. L’impatto economico complessivo è stato calcolato in 6 miliardi di euro nei nove anni necessari per la costruzione, più un valore annuo di circa 127 milioni di euro e oltre 700 posti di lavoro quando entrerà in funzione. Come sede dell’infrastruttura, la Sardegna beneficerà di una parte rilevante di questo volume d’affari: a regime il 50-60% dell’impatto è previsto ricadere in ambito regionale.
Che cos’è Einstein Telescope
Einstein Telescope (ET) sarà l’osservatorio di onde gravitazionali di terza generazione, così definito perché la sua sensibilità permetterà di “ascoltare” un volume d’universo almeno mille volte superiore rispetto a quello osservato dalla rete attuale di rivelatori avanzati, Virgo e LIGO. Lo studio delle onde gravitazionali è oggi uno dei settori di punta della ricerca fondamentale in fisica e astrofisica. La recente storica scoperta delle onde gravitazionali, avvenuta nel 2015 a cento anni dalla loro previsione teorica da parte di Albert Einstein, e premiata nel 2017 con il Premio Nobel a tre scienziati della collaborazione LIGO-Virgo, ha, infatti, aperto due filoni di ricerca completamente nuovi: l’astronomia gravitazionale e l’astronomia multimessaggera, che oggi quindi rappresentano settori di studio dell’universo completamente nuovi ed estremamente promettenti per le loro enormi potenzialità di scoperta e di sviluppo.
ET sarà, quindi, un’infrastruttura chiave per il futuro della ricerca, e lo sarà a livello mondiale, per di più in un settore in cui l’Italia è già leader grazie alle conoscenze e competenze maturate con l’esperienza del rivelatore Virgo, e nel corso della sua lunga storia di ricerca nel settore delle onde gravitazionali. Inoltre, le sfide da affrontare per realizzare ET porteranno a sviluppi tecnologici e produrranno innovazione in campi che spaziano dalla sensoristica ad altissima sensibilità ai sistemi di controllo a basso rumore, dalla meccanica di precisione all’ottica quantistica, dai laser ad alta potenza all’intelligenza artificiale.
Un grande progetto europeo
L’idea di ET è nata in contesto europeo: ben 41 enti di ricerca e università, coordinati dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e dall’omologo istituto olandese Nikhef, hanno firmato l’accordo per il consorzio di ET. Le altre istituzioni scientifiche italiane che hanno aderito al consorzio sono l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e le Università di Sassari e Cagliari. Circa 800 scienziati europei e di altri continenti hanno firmato la lettera di intenti a supporto del progetto ET.
Il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) supporta la candidatura italiana di ET (in Sardegna) tramite un protocollo di intesa con INFN, Regione Sardegna e Università di Sassari, finanziato con 17 milioni di euro.
I commenti
“Accogliamo con grande positività la decisione comunicata dal Presidente Christian Solinas di includere ufficialmente il progetto ET Einstein Telescope nel piano di investimenti della Regione Sardegna nell’ambito del Recovery Fund”, commenta Antonio Zoccoli, presidente dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, capofila del progetto scientifico internazionale assieme all’omologo istituto olandese Nikhef. “L’impegno della Regione Sardegna rafforza ulteriormente la candidatura del sito sardo di Sos Enattos a ospitare quello che ambisce a diventare il progetto europeo di punta nella ricerca delle onde gravitazionali: l’Italia, infatti, con l’INFN è capofila della collaborazione scientifica del progetto e attraverso il MUR Ministero dell’Università e della Ricerca ha presentato la candidatura di ET a ESFRI European Strategy Forum for Research Infrastructure, che tra pochi giorni dovrebbe decidere quali saranno le grandi infrastrutture di ricerca su cui l’Europa punterà nel prossimo futuro”. “Ospitare sul proprio territorio un’infrastruttura di ricerca di frontiera come l’Einstein Telescope è un’opportunità unica chei si offre, per il suo impatto non solo a livello scientifico, ma anche in termini di spinta all’innovazione tecnologica e allo sviluppo industriale, di afflusso di risorse e investimenti, con enormi effetti positivi a livello socio-economico, sia per il territorio sardo, sia per il Sistema Paese. Siamo convinti che con il sostegno delle istituzioni locali e nazionali l’Italia abbia grandi opportunità di avere successo in questa impresa”.
«L’Einstein Telescope è un progetto ambizioso per esplorare in dettaglio la fisica di oggetti compatti e affascinanti quali buchi neri e stelle di neutroni, espandendo la nuova finestra sul cosmo aperta da alcuni anni grazie alla prima osservazione delle onde gravitazionali» dice Marco Tavani, presidente dell’INAF Istituto Nazionale di Astrofisica. «Catturando le fluttuazioni nel tessuto dello spazio-tempo prodotte da migliaia di colossali scontri tra questi corpi celesti dal campo gravitazionale estremamente intenso, la cui esistenza è predetta dalla relatività generale di Albert Einstein, potremo anche osservare fenomeni ancora sconosciuti e aprire così nuovi capitoli della fisica. Uno dei due siti candidati per ospitare questo esperimento è la Sardegna, regione già protagonista di progetti di avanguardia dell’astrofisica contemporanea in cui l’INAF è fortemente coinvolto. Sono davvero lieto che la Giunta regionale sarda abbia proposto l’inserimento di questa infrastruttura scientifica d’avanguardia, qualora venisse scelto il sito di Sos Enattos, tra quelle da finanziare con le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, mostrando una forte volontà di investire nella ricerca e nella cultura scientifica».
“Il progetto Einstein Telescope – ET è un fiore all’occhiello della ricerca europea, che trova nell’individuazione del territorio sardo una localizzazione ideale grazie allo straordinario silenzio sismico e antropico che caratterizza la miniera di Sos Enattos, il sito candidato a ospitare ET”, afferma Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). “Le analisi sismologiche e geofisiche realizzate dall’INGV in questo ambiente davvero straordinario ci portano alla convinzione che la candidatura dell’Italia sia solida e motivata. La decisione della Regione Sardegna di includere ufficialmente il progetto ET nel piano di investimenti legati al “Recovery Fund” è quanto mai importante, poiché riconosce appieno il valore della ricerca scientifica e tecnologica non solo nei termini di ampliamento delle conoscenze, ma anche come volano di coinvolgimento e sviluppo sociale ed economico. Inoltre, va ricordata la collaborazione che ormai da alcuni anni lega tre dei maggiori centri di ricerca italiani a un progetto d’avanguardia quale ET; ci auguriamo che questa fruttuosa partecipazione, adesso rafforzata dal riconoscimento dell’Amministrazione Regionale Sarda, porti al successo della candidatura del sito di Sos Enattos”.