L’abbigliamento e l’ornamento personale hanno svolto un ruolo nel riconoscimento e nel mantenimento della gerarchia sociale durante i periodi alto e tardo medievale in Inghilterra. Il XIV secolo ha portato un’abbondanza di nuovi stili di abbigliamento e calzature in un’ampia gamma di tessuti e colori. Una ricerca del 2005 ha dimostrato che l’analisi osteologica può essere utilizzata per iniziare a esplorare le differenze sociali che si riflettono nelle tendenze della moda, in particolare nelle calzature. Questo studio, condotto su un assemblaggio scheletrico a Ipswich, in Inghilterra, ha identificato cambiamenti nel tasso di prevalenza dell’alluce valgo, un’eccessiva angolazione laterale dell’alluce rispetto al primo metatarso, che corrispondeva all’uso di scarpe a punta.
Sebbene una serie di fattori possa predisporre un individuo all’alluce valgo, tra cui la genetica, le variazioni strutturali congenite nell’allineamento dei metatarsi e lo squilibrio muscolare, la causa più comune è indossare calzature strette e inadatte con una punta sottile. Le scarpe costrittive causano questa condizione esercitando una forza diretta lateralmente contro l’aspetto mediale dell’alluce.
La moda delle scarpe a punta in voga nella Gran Bretagna medievale potrebbe aver portato a un aumento significativo dei casi di alluce valgo, o borsite, nella regione inglese. Lo suggerisce uno studio, pubblicato sull’International Journal of Paleopathology, condotto dagli scienziati dell’Università di Cambridge, che hanno analizzato 177 resti umani sepolti nella città di Cambridge.
Secondo i dati del gruppo di ricerca, gli scheletri rinvenuti nel centro città e nelle zone più benestanti, avevano una probabilità significativamente maggiore di mostrare casi di borsiti. L’alluce valgo, spiegano gli esperti, è una deformità che si presenta con una sporgenza ossea alla base dell’alluce, chiamata anche volgarmente ‘cipolla’.
Secondo i risultati dell’indagine, solo il tre per cento dei cittadini seppelliti al cimitero rurale mostrava i segni dell’alluce valgo, contro il 10 per cento dei resti rinvenuti nel cimitero parrocchiale, dove riposavano principalmente lavoratori poveri, il 23 di quelli che riposavano sul sito dell’ospedale e il 43 per cento degli individui sepolti nel convento. Nel XIV secolo, aggiungono gli autori, la moda per le scarpe è variata da modelli tondeggianti a uno stile più a punta, chiamato poulaine.
“L’aumento dei casi di alluce valgo riscontrato tra l’alto e il tardo Medioevo – precisa Piers Mitchell, dell’Università di Cambridge – può essere ricondotto a questo cambiamento nella moda delle scarpe”. “Indossare abiti in voga – continua l’archeologo – era comune anche tra il clero, tanto che nella letteratura dell’epoca si riscontrano esempi di critica nei confronti di questo atteggiamento. Ne è un esempio il Canterbury Tales di Geoffrey Chaucer, in cui il monaco viene rappresentato come un personaggio affascinato dai passatempo dei nobili e dalla vita aristocratica piuttosto che dalla devozione ascetica”. I ricercatori hanno anche individuato un potenziale legame tra le ossa del piede con conformazione tipica di borsite e segni di cadute sulle braccia e sulle gambe dei defunti. “Sappiamo che l’alluce valgo può rendere più difficile l’equilibrio – osserva Jenna Dittmar, coautrice – abbiamo trovato segni di ossa rotte e poi guarite nei resti appartenenti a soggetti deceduti dopo i 45 anni, il che suggerisce che l’abitudine a indossare scarpe a punta in gioventù potrebbe aver aumentato il rischio di cadute causate dall’alluce valgo in età più avanzata”.