Dopo la decisione di non vaccinare contro il coronavirus SARS-CoV-2 le persone sotto i 60 anni di età con i vaccini sviluppati da AstraZeneca e Johnson&Johnson, si è venuto a creare il problema dei richiami per quanti erano già stati vaccinati con questi due sieri. La soluzione è la vaccinazione eterologa, in cui il richiamo viene eseguito con un altro vaccino, diverso da quello della prima dose.
Fonti vicine al Cts, chiarendo che la decisione dello stop al vaccino anglo-svedese e’ basata su studi verificati e affidabili, spiegano all’AGI che il timore di fare il richiamo con un vaccino diverso e’ immotivato. Al contrario, chi ha avuto la prima dose del vaccino AstraZeneca e fara’ la seconda con Pfizer o Moderna otterra’ una copertura maggiore. Il richiamo andra’ fatto entro la dodicesima settimana, nelle modalita’ che saranno stabilite dalle Regioni. Escluso il siero Johnson & Johnson, anch’esso a vettore virale e potenzialmente in grado esporre agli stessi rischi di quello di AstraZeneca.
Le fonti affermano che non si tratta assolutamente di un “esperimento su cavie”. Non e’ la prima volta che si ricorre ad una vaccinazione eterologa: e’ gia’ accaduto con l’epatite A, ad esempio. Inoltre, la combinazione di sieri diversi e’ gia’ stata approvata, in seguito ad attente valutazioni, in Francia, Germania, Danimarca, Svezia, Norvegia e Regno Unito.