“Il massiccio vulcanico di Tarso Toussidé è rappresentato in questa immagine composita a falsi colori acquisita dalla missione Copernicus Sentinel-2. Tarso Toussidé, sormontato dallo stratovulcano Toussidé (potenzialmente attivo), si trova nell’estremità occidentale della catena montuosa del Tibesti, in Ciad. Con un’altezza di 3.265 metri sopra il livello del mare, Toussidé è la seconda cima più alta del Tibesti dopo Emi Koussi”, si legge sul sito dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA).
“Toussidé ha subìto un certo numero di eruzioni e colate laviche, con la lava che ha raggiunto lunghezze di 25 km coprendo un’area di 200 km quadrati, quasi a ‘macchiare’ il suolo durante il processo. Il vulcano ha espulso tefra, frammenti di roccia e di vetro vulcanico, lava e cenere. Al centro si trova la vetta del Pic Toussidé, una cupola di lava che si vede spuntare da una caldera.
Si ritiene che Toussidé sia tra i vulcani più giovani del Tibesti. Un ampio numero di fumarole (aperture all’interno o vicino a un vulcano, attraverso le quali emergono i gas) sono attive alla sua sommità, esalando principalmente vapore acqueo a temperature di 40-60 gradi C – suggerendo che sia l’unico vulcano attivo del Tibesti.
Proprio accanto a Toussidé, sull’estrema destra dell’immagine, si trova la caldera Trou au Natron, situata a un’altitudine di circa 2.450 metri. Un certo numero di coni vulcanici siedono sul pavimento della caldera, con numerose prese d’aria e sorgenti termali sul fondo della caldera che emettono vapore caldo.
Gran parte della superficie della caldera è rivestita da una crosta bianca di sali, inclusa la carbonite di sodio. Queste croste si formano generalmente quando il vapore – ricco di minerali – viene emesso da piccole prese d’aria sul fondo del cratere, e quando questo evapora con il calore, i minerali rimangono indietro.
La caldera una un diametro irregolare di circa 6-8 km ed è profonda fino a 1.000 metri, si dice che sia stata riempita da un lago di acqua dolce durante l’Ultimo massimo glaciale.
Nella parte sinistra dell’immagine, il colore rosso indica una rada vegetazione lungo i torrenti effimeri.
Le immagini satellitari sono un modo pratico per studiare aree remote come per esempio le regioni vulcaniche della catena montuosa del Tibesti. La missione Copernicus Sentinel-2 ha un rilevatore di immagini multispettrale a 13 bande di spettro e una vasta linea di copertura, fornendo dati sui territori della Terra ogni cinque giorni.
Questa immagine fa parte del programma video Earth from Space”, conclude l’ESA.