La campagna vaccinale procede a gonfie vele: superato il 75% di vaccinati, oltre il 90% degli over 60. Ma aumentano anche contagi, ricoveri e morti

Covid-19, il bollettino con il monitoraggio settimanale: la campagna vaccinale prosegue a gonfie vele, vaccinato il 75% degli over-12 e il 90% degli over-60. Ma non basta a frenare la nuova ondata di contagi, ricoveri e decessi
MeteoWeb

Prosegue a gonfie vele la campagna vaccinale in Italia: con l’introduzione del Green Pass proprio come incentivo alla vaccinazione, le percentuali dei vaccinati sono sensibilmente aumentati al punto da raggiungere il 75% dell’intera popolazione italiana vaccinabile, cioè i a 53 milioni 385 mila e 343 italiani che hanno più di 12 anni (dato Istat aggiornato al 1° gennaio 2021). Di questi, 34 milioni 868 mila e 158 pari al 65,3% hanno completato il ciclo vaccinale (due dosi o vaccino monodose), mentre 5 milioni 109 mila e 135 (il 9,6%) hanno fatto la prima dose e sono in attesa della seconda. Non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino 13 milioni 408 mila 050 italiani pari al 25,1% della popolazione over 12 anni.

La percentuale, però, è molto varia in base alle fasce di età e dovrebbe garantire la massima copertura proprio per le fasce più a rischio. Infatti gli over 80 che hanno completato il ciclo vaccinale sono il 93% (4.151.909 su 4.463.055). Gli over 60 che hanno completato il ciclo vaccinale sono 15.387.552 su 17.849.972 (86,2%), 16.007.086 hanno ricevuto almeno una dose (89,7%), 619.534 sono in attesa della 2ᵃ dose (3,5%), 1.842.886 non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino (10,3%).

In sostanza significa che oltre i 12 anni abbiamo il 75% di italiani vaccinati, una percentuale che sale al 90% tra gli over 60. La percentuale è sensibilmente più bassa tra i giovani: non è vaccinato il 57,4% degli adolescenti (12-19 anni) e il 34% dei giovani tra 20 e 39 anni.

Vediamo in dettaglio la percentuale di vaccinati per fasce di età.

Coperture vaccinali per fasce di etàGli over 60 che hanno completato il ciclo vaccinale sono così suddivisi: 95,6% degli over 90 (n. 769.884), 92,5% della fascia 80-89 (n. 3.382.025), 87,4% della fascia 70-79 (n. 5.204.625) e 81,1% della fascia 60-69 anni (n. 6.031.018).

Intanto, però, nonostante i successi della campagna vaccinale, il virus galoppa per l’avanzata della variante Delta che, come abbiamo già visto, è resistente ai vaccini soprattutto per quanto riguarda il contagio, ma in molti casi anche per ciò che riguarda le forme gravi della malattia.

In base ai dati forniti ed elaborati graficamente dal dott. Luca Fusaro, possiamo vedere come nell’ultima settimana (4-10 agosto) abbiamo avuto un ulteriore aumento dei nuovi casi (+11,8%) e degli indicatori ospedalieri: +31,1% di pazienti ricoverati in area medica, +24,8% nelle terapie intensive, anche se l’impatto sugli ospedali è ancora basso: 5,2% i posti letto occupati in area medica, 3,7% in terapia intensiva. Continuano a salire anche i decessi (+31,7%).

Il trend dei nuovi casi è in crescita per la 5ᵃ settimana consecutiva: 42.867 i contagi segnalati (+11,8%). Il tasso di crescita dei contagi scende dal 19,9% all’11,8%.

Aumentano gli attualmente positivi da 94.216 a 116.323 (+23,5%).

Il 97,2% dei casi attivi è in isolamento domiciliare, il 2,5% ricoverato con sintomi, lo 0,3% in terapia intensiva: sono le stesse percentuali della scorsa estate nello stesso periodo dell’anno (inizio agosto), quando però i numeri complessivi erano molto più bassi per morti, contagi e ricoveri in tutti i reparti.

Sale anche il numero degli ospedalizzati da 2.454 a 3.202 (+30,5%).  L’89,9% degli ospedalizzati è ricoverato in area non critica, il 10,1% in terapia intensiva.

Il numero di decessi settimanali cresce per la terza settimana consecutiva e si attesta a 158 (+31,7%), in media circa 23 al giorno.

In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

  • nuovi casi settimanali: da 38.328 a 867 (+11,8%);
  • casi attualmente positivi: da 94.216 a 116.323 (+23,5%);
  • ospedalizzati: da 2.454 a 3.202 (+30,5%);
  • persone in isolamento domiciliare: da 91.762 a 113.121 (+23,3%);
  • decessi: da 120 a 158 (+31,7%);
  • ricoveri in terapia intensiva: da 258 a 322 (+24,8%);
  • pazienti ricoverati con sintomi: da 2.196 a 2.880 (+31,1%).

L’incidenza settimanale per 100.000 abitanti è salita da 65 a 72.

I posti letto occupati in area medica sono il 5,2% (2.880 su 55.719), in terapia intensiva il 3,7% (322 su 8.648).

Lazio, Piemonte e Veneto sono le uniche regioni che hanno evidenziato una riduzione dell’incidenza.

Il valore più alto di occupazione di posti letto in area medica è quello della Sicilia col 14,1%, mentre la Sardegna supera la soglia del 10% in terapia intensiva (10,8%) mentre quello in area medica è del 7,4%. Proprio le due isole maggiori sono le uniche Regioni d’Italia al momento a rischio della zona gialla.

Col decreto-legge 23 luglio 2021 n. 105 pubblicato in GU n. 175 del 23-7-2021 cambiano i parametri. Si resta in zona bianca se si registrano meno di 50 contagi settimanali ogni 100mila abitanti. In caso di contagi settimanali tra 50 e 150 ogni 100mila abitanti per restare in zona bianca è necessario che il tasso di occupazione delle terapie intensive non superi il 10% o che il tasso di occupazione dei reparti ospedalieri non superi il 15%. Se i due parametri sono entrambi superati si passa in fascia gialla. Scatta la zona gialla anche se i casi settimanali superano i 150 settimanali ogni 100mila abitanti ma il tasso di occupazione delle rianimazioni non supera il 20% oppure quello dei reparti ordinari non supera il 30%. Scatta l’arancione se entrambi i parametri sono superati. La zona rossa è attivata nei territori dove l’incidenza settimanale dei contagi è pari o superiore a 150 casi ogni 100mila e si verificano entrambe queste condizioni: il tasso di occupazione dei posti letto in area medica supera il 40% e quello in terapia intensiva supera il 30%.

La settimana 04-10 agosto è caratterizzata anche da un aumento dell’attività di testing.

In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

  • numero di persone testate per settimana: da 357.257 a 374.739 (+4,9%);
  • tamponi settimanali: da 1.446.311 a 514.636 (+4,7%).

Dal 1° agosto la Regione Lazio precisa che, a causa della sospensione dei sistemi informatici a seguito di un attacco hacker al CED regionale, vengono aggiornati solo i dati relativi ai nuovi positivi, ai decessi ed alle ospedalizzazioni. Il dato nazionale dei tamponi e dei casi testati è di conseguenza sottostimato, mentre il tasso di positività risulta sovrastimato.

Il tasso di positività è un indicatore della diffusione di una epidemia. Viene definito come il rapporto tra il numero di positivi rispetto ai tamponi effettuati. Un’altra possibile definizione considera i “casi testati” al posto dei tamponi. La ragione di questa definizione alternativa è dovuta al fatto che il numero di tamponi include anche quelli di controllo effettuati per accertare la guarigione di un soggetto positivo. Vediamo l’andamento di entrambi nelle ultime due settimane.

In Italia il tasso di positività calcolato sui tamponi cresce dal 2,7% al 2,8%, quello calcolato sui casi testati aumenta dal 10,7% all’11,4%.

L’aumento dei casi, da 38.328 a 42.867 (+11,8%), è dovuto in parte alla maggiore circolazione del virus, infatti il tasso di positività calcolato sui tamponi è cresciuto dal 2,7% al 2,8%, in parte all’aumento dell’attività di testing (+4,7%). Aumentano gli ospedalizzati (+30,5%) da 2.454 a 3.202 (+748), di cui 2.880 (+684) ricoverati con sintomi (+31,1%) e 322 (+64) pazienti in terapia intensiva (+24,8%). I posti letto occupati in area medica sono il 5,2%, in terapia intensiva il 3,7%. Il numero di decessi settimanali cresce per la terza settimana consecutiva e si attesta a 158 (+31,7%). In Italia risultano 3.202 ospedalizzati positivi al SARS-CoV-2 su 59.257.566 abitanti (pop. residente al 1° gennaio 2021 – Fonte Istat) ossia 1 su 18.506. Dei 116.323 casi attivi il 97,2% è in isolamento domiciliare.

Condividi