Il Brasile, uno dei paesi più colpiti dalla pandemia, ieri ha avuto 1.064 morti e 41.714 nuovi positivi e adesso il Ministero della Salute pianifica di somministrare una dose di rinforzo del vaccino. Secondo l’ultimo bollettino del Consejo Nacional de Secretarios de Salud (Conass) dei 27 stati brasiliani, il paese registra già 571.662 decessi associati al Covid 19 e oltre 20 milioni di contagi accertati. La pandemia ha dato una tregua negli ultimi due mesi, durante i quali sono calati in maniera sensibile i casi e i decessi. Ma la media giornaliera nell’ultima settimana è stata di 845 morti, dato che situa il Brasile tra i paesi dell’America come quello con più decessi, dato che negli Usa la media è di 665 e in Messico di 566, secondo l’Oms. Sinora un 57% della popolazione brasiliana ha ha ricevuto la prima dose di vaccino e il 24% ha completato il ciclo. Anche se c’è da immunizzare ancora una parte importante della popolazione, il Governo brasiliano pensa a una terza dose, magari, come ha spiegato in una intervista il ministro della Salute, Marcelo Queiroga, a “gruppi prioritari“, “professionisti della sanità o molto anziani“.
Il ministro ha tuttavia evidenziato che prima di autorizzare la somministrazione della dose di richiamo saranno necessari più dati scientifici. “Stiamo pianificando in modo che, non appena avremo tutti i dati scientifici e avremo a disposizione un numero sufficiente di dosi, potremmo disporre un richiamo per il vaccino. Questo vale per tutti i vaccini in utilizzo. Per questo abbiamo bisogno di dati scientifici, non lo faremo basandoci su opinioni“, ha spiegato. Queiroga ha ricordato inoltre che il ministero ha già commissionato uno studio per verificare la strategia della terza dose nelle persone che hanno assunto il CoronaVac, sviluppato dalla industria farmaceutica cinese, SinoVac. Dal canto suo l’Agenzia nazionale per la vigilanza sanitaria del Brasile (Anvisa) ha autorizzato studi per verificare l’efficacia di terza dose anche per i vaccini Pfizer e AstraZeneca. “Sappiamo che gli anziani hanno un sistema immunitario compromesso ed è per questo che sono più vulnerabili. Le persone che hanno preso due dosi del vaccino possono ammalarsi di Covid, comprese le forme gravi della malattia. Ma se confrontiamo chi ha vaccinato con due dosi e coloro che non hanno vaccinato, il beneficio del vaccino è innegabile“, ha affermato Queiroga.