“Il Green Pass non è uno strumento di sanità pubblica. Io sono stato uno dei primi a dirlo. Ho sempre affermato che dire che usando il Green Pass si creano ambienti sicuri è fondamentalmente sbagliato perché i vaccinati possono trasmettere il virus. Quindi non si crea nessun ambiente sicuro. Il Green Pass è uno strumento più o meno ipocrita per convincere le persone a vaccinarsi”. Lo ha affermato Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova, ospite del programma Zona Bianca, condotto da Giuseppe Brindisi su Rete 4.
“Io sono favorevole all’obbligo vaccinale se si dimostra che questi vaccini sono efficaci contro le varianti e che effettivamente una terza dose protegge perché non vorrei che rendessimo obbligatorio un vaccino che poi si rivela non efficace al 100% contro le varianti”, ha aggiunto.
“Sulla terza dose ho lo stesso approccio dell’obbligo vaccinale. Se il vaccino esistente è in grado di prolungare la protezione e proteggerci contro le varianti, io sono d’accordo sia sull’obbligo che sulla terza dose. L’esperimento che sta facendo Israele”, dove è già iniziata la somministrazione della terza dose, “è molto interessante e va guardato con attenzione perché se da Israele emerge che le persone che hanno fatto la terza dose non sono più protette di quelle che hanno fatto due dosi, allora significa che si può fare anche la quarta, la quinta, la sesta dose ma la protezione non aumenta. Significa che bisogna aggiornare il vaccino. Io penso che quello che sta facendo Israele vada osservato con attenzione per giustificare sia l’obbligo vaccinale che la terza dose”, ha concluso Crisanti.