E’ allarme in Italia per la Panace di Mantegazza, la pianta tossica che causa cecità, vesciche, eruzioni cutanee e ustioni

La Panace di Mantegazza può causare cecità, vesciche, eruzioni cutanee e ustioni che possono richiedere fino a sette anni per raggiungere una completa guarigione
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Le specie invasive aliene sulle montagne italiane sono da tempo un problema per il quale urgono soluzioni mirate, se non altro per il grande pericolo che rappresentano per la biodiversità e a volte anche per l’uomo. Il caso della Panace di Mantegazza, nome scientifico Heracleum mantegazzianum, è uno dei più emblematici. Si tratta di una pianta erbacea, altamente tossica, originaria del Caucaso, portata in Europa per ragioni ornamentali, oggi in fase di espansione sull’arco alpino. La sua presenza è ad oggi stata rilevata in Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto e Trentino. Allo scopo di contenerne il più possibile la diffusione è stata emanata una direttiva europea (n.1143/2014) recepita in Italia dal Decreto legislativo 230/2017.

Da tempo ormai la Panace di Mantegazza fa paura, tanto che la Regione Lombardia ha diramato una allerta in tutte le Asl. Proprio in questa regione la pianta rientra nella lista nera delle specie per cui è prevista la eradicazione e questo per la sua pericolosità per l’uomo, dato che il liquido interno di questa pianta può causare vesciche, eruzioni cutanee e ustioni. Ecco quanto diffuso in una nota diffusa sulla pagina web dal Parco Naturale Adamello Brenta:

Monitoraggio della diffusione del Panace di Mantegazza in Valle Camonica

Il suo nome scientifico è Heracleum mantegazzianum, ma è meglio conosciuta come Panace di Mantegazza. “Può crescere in altezza fino a 5 metri” spiegano i botanici del Museo di Storia Naturale di Milano, Gabriele Galasso ed Enrico Banfi, che hanno lavorato alla classificazione delle specie invasive promossa dal ministero dell’ Ambiente a livello nazionale.

La Panace di Mantegazza fiorisce una sola volta nella sua vita e poi muore“. La Lombardia è risultata essere la regione con il maggior numero di specie ‘aliene’ e invasive. “Le prime sono 545 su un totale di 3.220 specie spontanee – aggiungono i due esperti, che hanno lavorato con la Regione per predisporre un database e un manuale botanico-applicativo. A esse si sommano 84 specie invasive”.

Seppur la sua vita è breve, la sua crescita è molto veloce visto che può arrivare a raggiungere i 5 metri di altezza. Il problema non è solo che si tratta di una pianta molto invasiva, la preoccupazione principale è che può arrecare seri danni alla nostra salute. Così temuta, per i danni che il contatto con il liquido interno può recare alla salute, che la Regione Lombardia ne ha fatto oggetto di un’allerta a tutte le Asl. I danni che questa pianta può causare sono vesciche, eruzioni cutanee e ustioni che possono richiedere fino a sette anni per raggiungere una completa guarigione.

La sua linfa contiene sostanze chimiche tossiche che reagiscono con la luce, a contatto con la pelle umana, causando la formazione di vesciche. In pratica impedisce alla pelle di proteggersi dai raggi solari, e le conseguenze sono delle bruttissime scottature che lasciano evidenti cicatrici. Se la sua linfa entra in contatto con gli occhi, può causare cecità momentanea o permanente. Se per qualsiasi ragione si entrasse in contatto con questa pianta, la prima cosa da fare è lavarsi con acqua e sapone e poi recarsi all’ospedale. Gli esperti raccomandano di eradicarla nel caso la si dovesse vedere. Per farlo occorre però proteggere il corpo con abiti adatti, munirsi di guanti e occhiali, e coprirsi anche il viso. E’ una pianta molto pericolosa ed è fondamentale saperla riconoscere.

Si trova soprattutto lungo sentieri e argini, ma cresce anche in luoghi come parchi, cimiteri e terreni incolti.

Come riconoscerla

Il colore delle foglie, a differenza dell’angelica, dell’Heracleum lanatum e della panace comune (Heracleum sphondylium), sono di colore verde chiaro brillante e tendente al giallo con le profonde lobature e segmentazioni
L’aspetto del tronco è molto spesso e robusto, simile a quello del carciofo, con striature rosso scuro e contornato da peli irti
L’altezza e la mole che sono molto superiori a quelle delle altre due piante citate dalle quali va distinta
L’aspetto ovoidale dei frutti e del loro involucro, nel momento della fioritura rimane attaccato alla base dell’ombrella e tende ad appassirsi
Il diametro e l’imponenza dell’ombrella che è la più grande tra le ombrellifere In Italia la Panace di Mantegazza si trova solo in Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria occidentale, nell’estremo settentrionale della Lombardia e, secondo altre fonti, anche in Veneto e Trentino, mentre segnalazioni sporadiche sono state riportate a Cremona, nel Bresciano, nella Bergamasca e in Valle Camonica.

 

Come fare una segnalazione?

Chi ritiene, ente pubblico o privato cittadino, di aver notato la presenza della pianta è invitato a trasmettere all’indirizzo email info@parcoadamello.it le seguenti informazioni:

Numero di telefono del segnalatore;
Documentazione fotografica della pianta nel suo insieme e particolare delle foglie;
Localizzazione possibilmente con rilievo GPS o descrizione località.
SI RACCOMANDA DI NON TOCCARE LA PIANTA, ED EVENTUALMENTE FARLO SOLO SE DOTATI DI GUANTI PROTETTIVI PER SOSTANZE CHIMICHE ED OCCHIALI ANTISPRUZZO

(Fonte: soccorsoitalia118)

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