Lo studio BLITZ-COVID19, ideato dal prof. Michele Gulizia e promosso dalla Fondazione per il Tuo cuore onlus e coordinato dal Centro Studi ANMCO, costituisce un importante progetto di ricerca che si inserisce nella strategia di valorizzazione della ricerca epidemiologica in un momento assai particolare per il nostro Paese, come quello della pandemia in atto.
Il BLITZ-COVID19 è uno studio osservazionale, multicentrico, nazionale che prevede la raccolta di dati clinici, sia in maniera retrospettiva che prospettica, utilizzando una CRF elettronica con compilazione e invio mediante browser internet.
Lo scopo dello studio è quello di descrivere le caratteristiche dei pazienti ricoverati in Terapia Intensiva Coronarica (UTIC) in corso di pandemia COVID-19, le principali risorse impiegate per la loro diagnosi, terapia e gestione, l’esito del loro ricovero in ospedale, la frequenza delle più importanti comorbidità, l’impatto che l’infezione da COVID-19 può avere determinato sulla mortalità durante il ricovero in UTIC in base alla condizione clinica oggetto di ricovero.
Lo studio è stato proposto a tutte le UTIC Italiane ben distribuite su tutto il territorio nazionale e collocate in Ospedali di diversa complessità.
Lo studio prevedeva l’arruolamento di tutti i pazienti ricoverati per qualsiasi causa nelle UTIC partecipanti nel periodo identificato dal protocollo di studio della durata di 30 giorni (1-30 marzo 2020 nelle regioni del Nord e Centro-Nord; 15 marzo-13 aprile 2020 nelle regioni del Sud, Centro-Sud ed Isole) per la fase retrospettiva e di 30 giorni per quella prospettica. La fase prospettica prevedeva di raccogliere informazioni sulla ripresa della diffusione COVID prevista per l’autunno 2020.
Allo studio – dichiara il prof. Michele Gulizia, Direttore Cardiologia ARNAS Garibaldi e Presidente della Fondazione – hanno partecipato 109 UTIC distribuite su tutto il territorio nazionale che hanno complessivamente arruolato 2774 pazienti nella fase retrospettiva e 3280 in quella prospettica per un totale di 6.054 pazienti, ovvero molto oltre i 4000 pazienti previsti. Nelle due fasi (fase I 85 e Fase II 99) di raccolta dati sono stati ricoverati 184 pazienti positivi al COVID-19 – aggiunge Gulizia -, 25% donne e 65% sintomatici per infezione da Sars-Cov2. Questi ultimi erano significativamente più numerosi nella prima fase rispetto alla seconda. La polmonite fu riscontrata nell’83% di essi, mentre solo il 60% presentava febbre. Nella prima fase i pazienti in assistenza ventilatoria e quelli intubati o con CPAP sono stati il doppio rispetto alla seconda fase in cui si è usata maggiormente la terapia con ossigeno. Il 36 % dei pazienti COVID-19 è stato dimesso con una diagnosi di sindrome coronarica acuta e il 6% con scompenso cardiaco. Tra i pazienti COVID-19 31 sono deceduti e la mortalità è stata dell’12% in UTIC e del 26% in altri reparti dell’ospedale nella prima fase e rispettivamente del 5% e de 9% nella seconda fase. L’età media dei pazienti deceduti nella prima fase era 77 anni che saliva a 85 anni nella seconda fase. Moltissimi altri dati sul tipo di terapia impiegata, organizzazione e sintomi correlati saranno sotto analisi in questi prossimi giorni. Ci pare pertanto che lo studio abbia tutti i presupposti per poterci consentire di fare delle valutazioni affidabili sulla epidemiologia dei ricoveri in UTIC in corso di pandemia-COVID19, sulle principali risorse impiegate per la diagnosi, la terapia e la gestione dei pazienti, ma soprattutto sull’impatto che l’infezione da COVID19 può aver determinato sulla mortalità durante il ricovero in UTIC in base alla condizione clinica oggetto di ricovero.