Covid, 22 morti in Rsa nel potentino nel 2020: tre persone rinviate a giudizio

Rinvio a giudizio per Nicola Ramagnano, Romina Varallo, e per suor Fulgenzia Sangermano, che dirigeva la casa di riposo "San Giuseppe" di Brienza
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Ottenere “verità e giustizia” sulla morte di 22 anziani delle case di riposo di Marsicovetere e Brienza nel Potentino non è semplice, ma la strada è spianata. Gli ospiti sono stati uccisi nel giro di pochi giorni dal Covid, nel 2020. Oggi, a Potenza, c’è stato il rinvio a giudizio davanti al Tribunale delle tre persone che gestivano e dirigevano le due strutture. Il provvedimento è stato preso dal giudice dell’udienza preliminare, Lucio Setola, a carico di Nicola Ramagnano e Romina Varallo, che gestivano la casa di riposo “Nicola Ramagnano” di Marsicovetere; e di suor Fulgenzia Sangermano, delle Suore Missionarie Catechiste del Sacro Cuore, che dirigeva la casa di riposo “San Giuseppe” di Brienza.

I tre imputati erano accusati, a vario titolo, di epidemia colposa, omicidio plurimo, falso e circonvenzione di incapace: il gup li ha prosciolti dall’accusa di epidemia colposa. Si tratta di un risultato che i difensori degli imputati hanno accolto con grande soddisfazione: quella di epidemia colposa e’ un’accusa che avrebbe portato i tre davanti alla Corte d’Assise. Invece, il rinvio a giudizio solo per omicidio plurimo, falso e circonvenzione di incapace li portera’ ad essere giudicati dal Tribunale, con la prima udienza fissata al prossimo 17 novembre. L’inchiesta “casa covid” della Procura della Repubblica di Potenza – che nel marzo scorso porto’ all’arresto di Ramagnano e Varallo – rappresento’ il primo caso accertato in Italia di nesso di causalita’ tra le condotte negligenti degli allora indagati e la morte per coronavirus dei 22 anziani: parlando di alcuni aspetti dell’inchiesta con i giornalisti, il Procuratore della Repubblica di Potenza, Francesco Curcio, defini’ “un altoforno” la situazione della diffusione del contagio nella casa di riposo di Marsicovetere.

Nella casa di riposo la situazione era finita fuori controllo: c’erano 49 ospiti, troppi rispetto allo spazio disponibile per 22 posti, in una “struttura assolutamente inadeguata“: secondo l’accusa, i gestori risparmiavano “su tutte le piu’ elementari procedure anticovid“, a cominciare dalla mancata sorveglianza su chi entrava e sulle sue condizioni di salute. Alcuni anziani avevano la loro camera nella camera mortuaria. Nella casa di riposo di Brienza il covid entro’ con il trasferimento da Marsicovetere di una donna, che vi fu ammessa senza essere prima sottoposta al tampone. Nella struttura si sviluppo’ un altro focolaio e la lotta per metterlo sotto controllo duro’ giorni e giorni, mentre alcuni anziani morivano.

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