La variante R.1, che è stata scoperta in Giappone ed è arrivata in una casa di cura nel Kentucky, presenta 5 mutazioni osservate in altre varianti, di cui due sulla proteina Spike, ma ha anche numerose mutazioni uniche. A fornire chiarimenti in merito a quella che viene definita “una variante da tenere d’occhio“, è un articolo pubblicato su Forbes e firmato da William A. Haseltine, già professore della Harvard Medical School.
Un’indagine del Dipartimento della sanità pubblica del Kentucky ha rintracciato la sua diffusione nella casa di cura, rivelando che un membro del personale non vaccinato e infetto aveva avviato l’epidemia all’inizio di marzo 2021, dove ha infettato almeno 45 residenti e personale sanitario. Molti residenti erano completamente vaccinati, ma il virus evoluto è stato in grado di eludere la loro protezione anticorpale. Ad oggi, secondo il database del Sars-CoV-2 Gisaid, avrebbe infettato più di 10.000 persone in tutto il mondo. Oltre a diverse mutazioni in particolare nella proteina spike e nucleocapside in comune con le varianti di interesse, R.1 “ha una serie di mutazioni uniche che possono conferire un ulteriore vantaggio nella trasmissione, replicazione e soppressione immunitaria“. Ha, infatti, una mutazione che può portare a “una maggiore resistenza agli anticorpi“, secondo Forbes, che potrebbe renderla maggiormente in grado di eludere gli anticorpi generati dal vaccino e coloro che sono già stati infettati dal virus. Questa mutazione nella proteina spike, chiamata E484K, “è presente nelle varianti Beta, Gamma, Eta, Iota e Mu di Covid-19“.