Lo smart working nella Pubblica amministrazione non sarà abolito, anzi: è auspicabile che resti per una quota fino al 15%. E’ quanto annunciato attraverso le pagine del Corriere della Sera dal ministro Renato Brunetta, che punta al ritorno in presenza della burocrazia come catalizzatore della ripresa, in questo momento sospinta anche dal superbonus 110% nell’edilizia. Ritorno in ufficio anche per smaltire le montagne di arretrati, forti dell’arrivo di migliaia di nuovi assunti grazie allo sblocco del turnover e alle risorse Pnrr. E sullo smart working si definiranno ‘regole del gioco’ contrattuali per disconnessione, produttività, risultati. E una piattaforma informatica.
“Dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici gran parte ha continuato a lavorare sempre in presenza: la sanità, le forze dell’ordine. La scuola sta per ripartire. Adesso è bene che anche tutti gli altri tornino, per sostenere la ripresa del Paese“, ha precisato Brunetta. “La ripresa – spiega – è sospinta anche dal superbonus 110% nell’edilizia, che ha avuto una forte accelerazione grazie alle semplificazioni burocratiche dal governo Draghi con il decreto 77. Tanto che se si va avanti così si rischia di finire in anticipo i 18 miliardi stanziati”.
E sul green pass Brunetta spiega che la sua diffusione, ed eventualmente anche l’obbligo vaccinale per legge, è un elemento chiave: “È una storia di successo italiano, europeo. Si tratta ora di estenderla a tutto il mondo del lavoro pubblico e privato, come una sorta di passaporto di libertà e sicurezza”. Nel pubblico, innanzitutto. “Il Paese sta crescendo al 6%: dentro questa crescita ci sono consumi, investimenti, produzione industriale, esportazioni, c’è un Paese che comincia ad avere un metabolismo forte e dinamico dopo il lockdown. La burocrazia è altrettanto importante per lo sviluppo. E tornare al lavoro in presenza è una necessità di buon senso – precisa Brunetta -. Io vorrei che la burocrazia accompagnasse la crescita, che fosse un catalizzatore della ripresa”.