Nelle foreste tropicali le origini dell’Antropocene: impatto umano antecedente all’era industriale

Da uno speciale della rivista dell'Accademia delle scienze degli Stati Uniti, emerge che l'era geologica dell'uomo che modifica l'ambiente, l'Antropocene, affonda le radici nelle foreste tropicali
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Scavi archeologici, rilievi con laser scanner e analisi di sedimenti al microscopio hanno permesso di ricostruire le modalita’ con cui le popolazioni del passato hanno interagito con gli ecosistemi tropicali. E così, da uno speciale della rivista dell’Accademia delle scienze degli Stati Uniti (Pnas) realizzato da un gruppo multidisciplinare di esperti dell’Istituto Max Planck per la storia delle scienze umane e dello Smithsonian Research Institute, emerge che l’era geologica dell’uomo che modifica l’ambiente, l’Antropocene, affonda le radici nelle foreste tropicali. In questi ecosistemi, infatti, sono ancora visibili i segni impressi dalle attivita’ umane molto prima della Rivoluzione industriale.

Tra i tanti indizi raccolti ci sono i resti lasciati dai cacciatori di uccelli, le antiche colture di riso, il collasso delle citta’ dei Maya. È emerso, dunque, che l’alterazione delle foreste a opera dell’uomo “probabilmente non e’ un fenomeno recente“, afferma uno degli autori dello speciale, Patrick Roberts. Gli articoli “indagano una serie di interazioni uomo-foresta, inclusi lo sfruttamento di uova di uccelli giganti in Nuova Guinea, l’impatto delle risaie sulle antiche e minacciate conifere del sud-est della Cina e il confronto della vita urbana ai tropici tra le citta’ Maya e Angkor in Cambogia“, precisa un’altra autrice della raccolta, Rebecca Hamilton.

Il termine Antropocene puo’ suggerire che i nostri problemi di sostenibilita’ siano stati causati equamente da tutte le societa’ umane e che tutte ne siano toccate allo stesso modo. Cio’ nonostante – continua Roberts – i contributi di questo volume indicano che, soprattutto negli ultimi 500 anni, si e’ trattato di un processo iniquo e spesso sbilanciato“. Le ricerche fatte alle Canarie, a Capo Verde e in Nuova Guinea, per esempio, mostrano come l’arrivo dei coloni europei, seguito dall’industrializzazione, abbia distrutto la socioecologia dei sistemi tropicali attraverso la conversione delle terre in piantagioni e la marginalizzazione delle attivita’ indigene. Per gli autori della ricerca e’ giunto il momento di riconoscere l’importanza della gestione del territorio da parte degli indigeni, che dovrebbero essere piu’ coinvolti da parte dei decisori politici e degli ecologisti.

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