Come risolvere il problema di obbligo Green Pass? Basta spostare l’ufficio in un gazebo. E’ quanto ideato da un sindaco che ha fatto montare il suo ‘ufficio mobile’ proprio di fianco al Municipio. Il tutto pur di non dover ricorrere a tamponi o vaccini e continuare a guidare in presenza il proprio comune. E’ accaduto a Santa Lucia di Piave, comune del Trevigiano, dove il primo cittadino Riccardo Szumski sarà d’ora in poi sotto una tenda.
Szumski è un medico non vaccinato e non intende sottoporsi a tamponi ogni due giorni per accedere al suo ufficio. Non ha mai nascosto la sua posizione sul tema: denuncia da tempo quella che per lui è una “dittatura sanitaria“, e le mascherine come “museruole“, scontrandosi con l’Azienda sanitaria e l’Ordine dei medici che l’hanno richiamato diverse volte. Ma lui continua per la sua strada, bollando l’obbligo vaccinale come “regole assurde alle quali non intende sottostare“.
Ripete di non essere un no vax ma di ritenere “che la vaccinazione debba essere una scelta responsabile“. “Io non mi sono vaccinato – rileva – ma non dico ai miei pazienti di non vaccinarsi, confrontiamo assieme i pro e i contro per ognuno e io la vaccinazione la faccio a chi me la chiede“. Intanto però si mostra estremamente tollerante nei confronti di chi scende in piazza a protestare contro le iniziative sanitarie contro il virus messe in campo dal Governo. “Non vado in piazza a gridare no vax – precisa – ma chi va in piazza non può essere considerato un delinquente, mi sembra che nel nostro Paese sia garantita la libertà d’espressione“.
Intanto il nome del medico è finito nel mirino dell’Azienda sanitaria perchè fautore delle terapie domiciliari precoci, secondo un protocollo diversi da quello applicato dalla Regione Veneto, e soprattutto per alcuni certificati di esenzione dal vaccino anti-Covid fatti a pazienti di altri medici, anche di altre regioni. Porterebbe la sua firma, in particolare, un certificato di esenzione consegnato ad una insegnante del Friuli non vaccinata contro il Coronavirus. Per questa ragione il dg dell’Azienda sanitaria, Francesco Benazzi, ha già annunciato l’invio di una segnalazione all’Ordine dei medici di Treviso.