SARS-CoV-2, studio in California: i vaccinati hanno più probabilità di essere contagiati da varianti resistenti agli anticorpi e sono contagiosi come i non vaccinati

"I casi di vaccine breakthrough sono causati preferenzialmente da varianti di SARS-CoV-2 in circolazione resistenti agli anticorpi e le infezioni breakthrough sintomatiche possono potenzialmente trasmettere il Covid-19 con la stessa efficienza delle infezioni dei non vaccinati": lo studio in California
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Studi precedenti hanno suggerito che la vaccinazione” contro il coronavirus SARS-CoV-2può ridurre le cariche virali in persone con infezione breakthrough” (ossia infezioni che hanno superato la barriera di protezione del vaccino) “che hanno ricevuto almeno una dose, quindi riducendo potenzialmente l’infettività e mitigando la trasmissione. Tuttavia, la maggior parte di questi studi è stata condotta prima che emergessero varianti di SARS-CoV-2 resistenti agli anticorpi. Le infezioni breakthrough sono state riportate in una piccola percentuale di persone vaccinate, ma si sa poco riguardo la capacità relativa delle diverse varianti di sfuggire all’immunità indotta dal vaccino e di facilitare la diffusione all’interno delle comunità altamente vaccinate”, si legge in uno studio pubblicato su MedRXiv.

Qui abbiamo analizzato le sequenze dell’intero genoma di SARS-CoV-2 e le cariche virali di 1.373 persone con Covid-19 dalla Bay Area di San Francisco dall’1 febbraio al 30 giugno 2021, 125 (9,1%) delle quali erano infezioni da vaccine breakthrough”. Secondo i risultati dello studio,le persone completamente vaccinate avevano molte più probabilità rispetto a quelle non vaccinate (77,6% contro 47,7%) di essere infettate da varianti portatrici di mutazioni associate ad una ridotta neutralizzazione anticorpale ma non da quelle associate ad una maggiore infettività (84,7% contro 76,8%)”, si legge nello studio.

Le differenze nelle cariche virali non erano significative tra persone non vaccinate e completamente vaccinate, nel complesso e in base al ceppo. Le cariche virali erano notevolmente più alte nei casi di vaccine breakthrough sintomatici rispetto ai non sintomatici e le infezioni breakthrough sintomatiche avevano cariche virali simili alle infezioni dei non vaccinati. In 5 casi con campioni longitudinali disponibili per l’analisi sierologica, è stato riscontrato che le infezioni breakthrough sono associate a livelli di anticorpi neutralizzanti bassi o non rilevabili attribuibili ad uno stato immunocompromesso o all’infezione da un ceppo resistente agli anticorpi”, continua lo studio.

Al contrario di studi precedenti, abbiamo rilevato che le infezioni breakthrough sono causate con maggiori probabilità da varianti che eludono l’immunità rispetto alle infezioni dei non vaccinati. Questi risultati sono ampiamente attribuiti alla ridotta percentuale di infezioni breakthrough dalla variante Alfa, nonostante la sua documentata maggiore infettività rispetto a tutte le varianti di preoccupazione, ad eccezione di Delta e Gamma. La riduzione delle infezioni da variante Alfa è coerente con la maggiore efficacia dei vaccini contro SARS-CoV-2 disponibili contro la variante Alfa rispetto ad altre varianti di preoccupazione, molte delle quali mostrano una maggiore resistenza agli anticorpi neutralizzanti rispetto alla variante Alfa. La predominanza di varianti che eludono l’immunità tra i casi breakthrough indica una pressione selettiva per le varianti immuno-resistenti localmente nel tempo nella popolazione vaccinata in concomitanza con la circolazione virale in corso nella comunità. In particolare, la variante Delta, che è il ceppo circolante predominante negli Stati Uniti a partire da luglio 2021, ha dimostrato di essere resistente all’immunità indotta dal vaccino, oltre ad essere più infettiva dell’Alfa”, scrivono gli autori dello studio.

Questi risultati suggeriscono che i casi di vaccine breakthrough sono causati preferenzialmente da varianti di SARS-CoV-2 in circolazione resistenti agli anticorpi e che le infezioni breakthrough sintomatiche possono potenzialmente trasmettere il Covid-19 con la stessa efficienza delle infezioni dei non vaccinati, indipendentemente dal ceppo. In sintesi, i nostri risultati svelano che la pressione selettiva in una comunità altamente vaccinata (>71% di persone completamente vaccinate ad inizio agosto 2021) favorisce varianti di preoccupazione più infettive e resistenti agli anticorpi, come le varianti Gamma e Delta, e che le infezioni sintomatiche ad alto titolo post-vaccinazione possono essere un fattore contribuente alla diffusione virale. Sono state sollevate preoccupazioni anche riguardo il calo dell’immunità, con conseguente riduzione dell’efficacia del vaccino nel prevenire le infezioni sintomatiche nel tempo”, conclude lo studio.

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