I ‘cervelli’ che restano in Italia. Potremmo definire così tutti i giovani ricercatori italiani che investono sul loro futuro restando nel nostro Paese e riescono al contempo ad affermarsi sul panorama scientifico internazionale. Proprio come Mariosimone Zoccali, ricercatore a tempo determinato da luglio 2019, insignito nello scorso mese di settembre del “Premio Giovane Ricercatore 2021” della Divisione di Chimica Analitica della Società Chimica Italiana. Il riconoscimento è stato conferito al ricercatore in occasione del XXVII Congresso Nazionale della Società Chimica Italiana, ex aequo con la dott.ssa Martina Catani (Università degli Studi di Ferrara). Il premio in questione viene assegnato ai giovani ricercatori che dimostrino particolari attitudini ed interesse per studi ed attività di ricerca nel campo della Chimica Analitica. Il dottor Zoccali è stato insignito del premio con la seguente motivazione “Per l’anno 2021 si assegna al dott. Mariosimone Zoccali il Premio Giovane Ricercatore della Divisione di Chimica Analitica della Società Chimica Italiana, per l’elevato livello della sua ricerca in campo analitico”.
Ma non solo, perché per Mariosimone Zoccali i riconoscimenti non si sono fermati qui. Il giovane scienziato, infatti, ha ricevuto anche il prestigioso riconoscimento Rising Star of Separation Science. Un titolo ottenuto grazie allo sviluppo di un metodo analitico innovativo per l’analisi di molecole ad elevato valore biologico.
Il giovane ricercatore, che ha svolto la sua carriera presso l’Università di Messina dove si era laureato nel 2010 in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha conseguito dopo la laurea un dottorato in Chimica e Sicurezza degli Alimenti; dopo due assegni di ricerca ha preso il via la sua collaborazione con l’UniMe, per la quale si occupa ora di diversi progetti. Nello specifico il dottor Zoccali sviluppa tecniche analitiche avanzate per l’analisi di campioni complessi compresi gli alimenti, sia per quanto riguarda la qualità che la sicurezza. Tra i suoi attuali progetti ve ne è uno di largo interesse, in un momento in cui Made in Italy sta godendo di un impulso dato al mercato dalla pandemia, sulla valorizzazione dell’olio di oliva italiano.
Nel frattempo, il giovane scienziato ha intrapreso diverse collaborazioni con l’estero, e in particolare con una equipe statunitense, dell’Università di Washington, con la quale si sta occupando dell’analisi dei composti volatili del vino. In estrema sintesi il ricercatore ha sviluppato una metodica per discriminare le tipologie di vino, da un punto di vista olfattivo, in base alle differenti zone di coltivazione e produzione.
Ma ancora, non finisce qui. Perché Mariosimone Zoccali è allo stato attuale coautore di 54 lavori su riviste scientifiche. La sua ricerca è protesa allo sviluppo di metodi sempre più sensibili per caratterizzare campioni complessi. Gli studi condotti fino a questo momento, di vasto interesse pubblico, ne includono anche due sul sangue e sul colostro umano, in entrambi i campioni sono state identificate e quantificate per la prima volta molecole che prendono il nome di apocarotenoidi. “Si tratta – ci spiega il dottor Zoccali – di prodotti di clivaggio dei carotenoidi, importanti molecole coinvolte in molti processi metabolici che avvengo nell’organismo umano, ma ancora poco studiati. Siamo riusciti a sviluppare una metodica in grado di analizzare a fondo queste molecole”.
La scienza al servizio della quotidianità, dunque. Perché se il mondo scientifico sembra lontano dai nostri gesti e dalle nostre abitudini quotidiane, in realtà è interconnesso ad ogni aspetto della nostra vita. Il ricercatore dell’Università di Messina analizza le molecole della frazione volatile, discriminando, ad esempio, il vino in base al profumo, e gli olio minerali in oli vegetali. Un esempio pratico? Grazie alla metodologia utilizzata dal ricercatore, individuare i pesticidi nei vegetali diventa sempre più semplice e soprattutto ambientalmente sostenibile. In un’era in cui il ‘green’ è diventato un imperativo quasi imprescindibile in molti settori, lo sviluppo di metodiche e strumenti per migliorare le performance analitiche, con analisi più veloci e sostenibili – di cui si occupa il dottor Zoccali – diventa indispensabile. E il controllo degli alimenti, in questo, la fa da protagonista. Le analisi vengono fatte con un sistema che utilizza CO2 allo stato supercritico, e dunque non utilizza solventi organici; si tratta della cromatografia a fluidi supercritici, una tecnica di separazione dei composti di una miscela basata sulla loro distribuzione su due fasi, una stazionaria e una mobile.
Per quanto riguarda i progetti attuali e futuri, il dottor Mariosimone Zoccali spiega come per ora sia impegnato in diversi lavori teorico pratici, tutti volti ad individuare parametri per migliorare le performance delle analisi. In sostanza la ricerca svolta dal giovane scienziato è volta a fornire criteri analitici che siano in grado di portare ad analisi più specifiche e mirate, ad esempio per individuare idrocarburi minerali, in alimenti come gli oli vegetali. “Purtroppo sempre più spesso analizziamo alimenti che contengono un elevato contenuto di idrocarburi minerali, si pensi ad esempio ai sacchi di iuta, utilizzati per trasportare caffè o semi vari, che vengono ammorbiditi con derivati del petrolio che a loro volta migrano nell’alimento stesso – spiega il dottor Zoccali –. Anche gli imballaggi riciclati spesso sono causa di migrazione, per via dell’inchiostro utilizzato per la stampa delle confezioni. Ma non solo. Anche altri alimenti possono essere interessati da questo tipo di contaminazione. Basti pensare al tonno in scatola, ma anche omogeneizzati per bambini o integratori a base di omega 3; questi ultimi fanno registrare livelli di contaminazione anche molto alti”.
Gli studi in questione vengono condotti nel laboratorio dell’Università di Messina gestito dal Prof. Luigi Mondello, pioniere di questo tipo di ricerca, scienziato riconosciuto in tutto il mondo.