I fondali dell’Adriatico sono un vero e proprio scrigno in cui si scoprono costantemente nuovi tesori sommersi di inestimabile valore. I relitti delle navi e i resti del carico che trasportavano, nonché le attrezzature della nave e gli effetti personali dei marinai sono sparsi lungo tutta la costa e tra le isole, e il loro valore in termini archeologici e storici è immenso e raccontano un storia continua di civiltà e di marina, dall’antichità e dal medioevo, ai giorni nostri.
Quella ritrovata in Croazia è stata ribattezza ‘la nave dei misteri’ e secondo la studiosa italiana che ha preso parte alle ricerche, Giulia Boetto, la scoperta è avvenuta per merito, o per colpa, dei cambiamenti climatici che hanno fatto abbassare il livello del mare. Il primo ritrovamento di parti del relitto è avvenuto nel 2016 e già da subito i ricercatori avevano compreso la portata della scoperta. Nel corso degli ultimi cinque anni studiosi, tecnici, sub e fotografi raggiungono la nave sommersa, spostano la sabbia alla ricerca dei segreti celati da quell’imbarcazione finita sul fondo del mare oltre duemila anni fa. A guidare il team di ricerca c’è proprio Giulia Boetto, specialista di archeologia navale antica.
Tra gli oggetti scoperti all’interno della nave, di sicuro interesse vi è il carico di anfore greco italiche che trasportavano vino. Ma non solo. Vi sono anche tronchi di alberi e una statuetta in bronzo, alta circa 15 cm, rappresentante una figura femminile. Campioni di legno sono stati inviati a Miami, negli Stati Uniti, per l’analisi del carbonio C14, che ha mostrato ciò che gli scopritori pensavano, ovvero che fosse una nave antica, ma ne ha anche determinato accuratamente l’età, collocandola nel II secolo a.C.