L’autunno sta entrando nel vivo e stanotte entrerà in vigore l’ora solare: alle 03:00 di domenica 31 ottobre 2021 dovremo spostare le lancette dei nostri orologi un’ora indietro.
Gli italiani godranno così di un’ora in più di sonno, pagando lo scotto di vivere giornate con un’ora in meno di sole.
Con l’uso dell’ora legale si determina che, per un dato territorio, l’ora ufficiale dello Stato venga calcolata in anticipo rispetto all’ora solare (naturale). Le ragioni sono due: da un lato questa misura consente risparmi energetici, poiché centrando una parte rilevante delle attività durante le ore di luce solare si riduce il ricorso all’illuminazione artificiale; dall’altro i cittadini possono beneficiare di un maggior numero di ore di luce solare.
In Italia la prima adozione dell’ora legale (nata da un’intuizione di Benjamin Franklin) è datata 1916, quando fu limitata al solo periodo estivo. Fino al 1920, l’inizio fu anticipato a marzo ma per i successivi venti anni non se ne parlò più. L’ora legale tornò in auge solo nel 1940, in pieno periodo bellico, e proseguì durante la ‘ricostruzione’ fino al 1948: è proprio in quell’anno che lo spostamento delle lancette fu il più anticipato della storia, al 29 febbraio. Per i diciotto anni successivi l’ora solare tornò a dominare per tutti e dodici i mesi dell’anno mentre l’adozione definitiva di quella legale si ebbe nel ’66, dal 22 maggio al 24 settembre. Si continuò, con inizio dell’orario estivo nella tarda primavera, fino al 1979: nel 1980 lo spostamento delle lancette fu anticipato al 6 aprile, ma dal 1981 in poi la domenica di riferimento per l’inizio dell’orario ‘estivo’ è sempre stata l’ultima di marzo e quella per il ritorno della ‘solarità’ l’ultima di ottobre.
… e l’abolizione del cambio dell’ora? Cosa ha deciso l’Italia?
L’Unione Europea ha abolito l’obbligo per i Paesi membri di “spostare del lancette”: ogni Stato sarà chiamato a decidere se rimanere con l’Ora Solare o adottare l’Ora Legale: entro il 2021 gli Stati dovranno scegliere quale orario adottare e non ci saranno più spostamenti all’interno della propria nazione.
Per quanto riguarda l’abolizione del cambio tra Ora Solare e Ora Legale, in Italia al momento non è stata presa una decisione in merito (al contrario della Francia, che ha deliberato, dopo una consultazione popolare indetta dall’Assemblea Nazionale, di bandire il cambio dell’ora).
La possibilità di avere più ore di luce a disposizione è un vantaggio soprattutto i paesi dell’Europa meridionale, in quanto, nel Nord del Continente le giornate durante la stagione estiva sono già molto lunghe a causa della vicinanza con il Polo Nord.
Domenica 31 ottobre torna l’ora solare: in 7 mesi risparmiati oltre 100 milioni di euro
Secondo i dati di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, nei 7 mesi di ora legale il sistema elettrico italiano ha beneficiato di minori consumi per 450 milioni di kWh, pari al valore di fabbisogno medio annuo di circa 170 mila famiglie, con un conseguente risparmio economico di circa 105 milioni di euro. Ricadute positive anche in termini di sostenibilità ambientale: il minor consumo elettrico, infatti, ha consentito al Paese di evitare emissioni di CO2 in atmosfera per circa 215 mila tonnellate.
Il beneficio economico è calcolato considerando che quest’anno, nel periodo di ora legale cominciato domenica 28 marzo e che si concluderà domenica 31 ottobre, il costo del kilowattora medio per il ‘cliente domestico tipo in tutela’ (secondo i dati dell’ARERA) è stato di circa 23 centesimi di euro al lordo delle imposte.
Dal 2004 al 2021, secondo l’analisi della società guidata da Stefano Donnarumma, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 10,5 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di oltre 1,8 miliardi di euro.
Nel periodo primavera-estate i mesi che segnano il maggior risparmio energetico sono aprile e ottobre. Spostando in avanti le lancette di un’ora si ritarda, infatti, l’uso della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento. Nei mesi estivi l’effetto ‘ritardo’ nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali, quando le attività lavorative sono per lo più terminate e fa registrare valori meno evidenti in termini di risparmio elettrico. L’ora legale sarà di nuovo in vigore dal prossimo 27 marzo 2022.
Cambio dell’ora, gli effetti sulla salute
Torna “l’incubo” cambio dell’ora: si guadagnerà un’ora di sonno ma non per questo il fisico non se ne risentirà.
Il passaggio dall’ora legale all’ora solare (e viceversa) può avere una serie di effetti collaterali sul benessere delle persone. Secondo Vincenza Castronovo – psicologa e psicoterapeuta esperta in medicina del sonno presso il Centro di Medicina del Sonno dell’Ospedale San Raffaele di Milano – molti fanno fatica ad abituarsi rapidamente al cambio dell’ora. Sebbene si tratti (apparentemente) di una variazione minima, in realtà il fisico delle persone impiega alcuni giorni per adattarsi, in media una settimana: ciò a causa del cosiddetto orologio biologico, legato ai ritmi circadiani.
Tra i sintomi/malesseri più comuni causati dal cambio dell’ora vi sono: stanchezza, irritabilità, perdita di concentrazione e produttività sul posto di lavoro, nausea e inappetenza.
Nei giorni successivi allo spostamento delle lancette è utile fare movimento nella seconda parte della giornata e prolungare l’esposizione alla luce (artificiale) per mandare al corpo il segnale che è ancora presto per andare a dormire: si potrebbe infatti essere tentati dalle giornate che si sono accorciate ad andare a letto prima, ma è bene non farlo, perché il risultato potrebbe essere un risveglio troppo anticipato la mattina seguente.
A risentire meno del cambio dell’ora sono le persone che appartengono alla categoria degli “Zombie“, circa il 45% della popolazione, coloro che tendono a posticipare il momento di andare a letto e poi “arrancano” di più al risveglio. Col cambio dell’ora si troveranno quindi molto più a loro agio rispetto alle “Lepri” (il 31% degli italiani), che tenderanno più facilmente a cadere nella “trappola” del risveglio anticipato, crollando poi la sera troppo presto rispetto al dovuto.