Tutto da rifare. O meglio: seconda dose da fare, al contrario di quanto si era detto. Il vaccino Johnson&Johnson è stato scelto da molti italiani perché aveva il vantaggio dell’unica inoculazione. E invece ora si è scoperto che così non è. “Chi ha fatto J&J deve fare la seconda dose perché si è scoperto che non è un vaccino monodose. Chi lo ha fatto a giugno ora di fatto è scoperto. Infatti credo a breve usciranno comunicazioni a riguardo“. Lo ha detto a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, Andrea Crisanti, docente di microbiologia dell’Università di Padova. Sull’aumento dei contagi, Crisanti ha sottolineato che “avviene perchè ci allontaniamo dai sei mesi nei quali la maggior parte degli italiani si sono vaccinati. Dopo sei mesi la protezione contro l’infezione e la trasmissione cala al 45%, rimane comunque la protezione per eventualità, sempre molto alta, a circa il 75%“.
E dopo le parole di Crisanti l’allarmismo è arrivato alle stelle. “E’ piuttosto evidente che l’ipotesi dose unica Johnson&Johnson non abbia riscontro positivo, quindi è bene avere una campagna di richiami con una vaccinazione eterologa“, ha dichiarato all’Adnkronos Salute il virologo Francesco Menichetti, primario di Malattie infettive dell’ospedale di Pisa. “Io sarei meno allarmista – afferma però Menichetti riferendosi alle parole di Crisanti – perché non serve assolutamente a niente. E’ bene fare un richiamo con un vaccino diverso perché abbiamo visto che il mix tra vaccini a vettore virale e vaccini a Rna messaggero amplifica e potenzia la risposta immunitaria, ma non c’è da allarmarsi né da drammatizzare. L’orientamento – ricorda il medico – è comunque di potenziare il ciclo vaccinale per tutti: facciamo la terza dose per i vaccinati con i vaccini a mRna, faremo la seconda dose per J&J che è un vaccino vettore virale inizialmente proposto in dose unica. Ora – prosegue il primario – serve dare un’informazione nitida da parte del ministero della Salute ai vaccinati J&J“. “Quanto alle tempistiche io penso – ipotizza il virologo – che con la metà del mese di novembre si potrebbe iniziare la campagna di richiamo a partire da chi si è vaccinato da più tempo sempre usando i criteri di distanza dal vaccino ed età del vaccinato“.
“Il vaccino Johnson & Johnson dura un pochino meno rispetto agli altri anti-Covid, ma ha dalla sua la monodose. Non c’è nessun allarme, però. E’ vero che c’è una perdita lenta e progressiva , ma parliamo” di perdita rispetto alla “massima efficacia. Non deve quindi passare il messaggio che dopo pochi messi non si hanno più opportunità. Quello che posso consigliare è, per le categorie che devono fare la terza dose, di optare”, nel caso della seconda di J&J, “per farla dopo i 4 mesi e non aspettare i 6 mesi“. Molti giovani hanno scelto di fare il monodose J&J in estate per avere il Green pass e potersi liberamente muovere. “Diciamo che loro, se fare il richiamo, lo potranno fare a gennaio 2022″, precisa Andreoni. “La protezione del vaccino è lunga e, anche se c’è una riduzione del titolo anticorpale, non vuol dire che non si è protetti – rimarca l’esperto – dobbiamo ragionare che dal 95% passiamo al 90%, non è che scendiamo al 20%“.