Le ondate di calore e gli incendi che quest’estate hanno causato devastazione in Europa non si sarebbero verificati senza il riscaldamento globale, secondo una nuova analisi condotta dagli esperti del Met Office, il Servizio Meteorologico nazionale del Regno Unito.
I ricercatori hanno calcolato la probabilità che sia stata la crisi climatica a provocare le alte temperature sperimentate durante l’estate 2021, quando è stato registrato un nuovo record di caldo in Europa con i +48,8°C raggiunti a Floridia, in Sicilia. Per quasi tutti gli ultimi 150 anni, la frequenza prevista di un’estate europea calda come quella del 2021 non è stata più alta di una ogni 10.000 anni. Ma dagli anni ’90, la frequenza è aumentata vertiginosamente fino a verificarsi una volta ogni tre anni, sostengono i ricercatori del Met Office, sottolineando l’aumento delle emissioni di carbonio dagli anni ’90.
L’analisi arriva mentre i leader sono riuniti al vertice sul clima Cop26, che si tiene a Glasgow. Se i Paesi non ridurranno drasticamente le emissioni di carbonio entro il 2030 e non raggiungeranno la neutralità carbonica entro il 2050, il caldo record del 2021 colpirà ogni anno fino alla fine del secolo, secondo gli scienziati.
L’analisi ha utilizzato 14 modelli climatici e decine di esecuzioni dei modelli per calcolare la frequenza a cui si prevede che l’estate record del 2021 si verifichi nel clima moderno con l’influenza dell’uomo, rispetto al clima senza influenza umana. La ricerca ha analizzato il periodo da giugno ad agosto e ha coperto tutta l’Europa, fino ad Yekaterinburg in Russia. Per ampi tratti del XX secolo, la frequenza stimata di estati così calde in un mondo senza cambiamenti climatici era più di una ogni 10.000 anni. “Questo evento era così raro, era quasi impossibile calcolare una probabilità”, afferma Nikos Christidis del Met Office, che ha guidato l’analisi.