Continuano i negoziati nell’ambito della Cop26 in corso a Glasgow che, come negli ultimi anni, sta proseguendo oltre la scadenza prestabilita per il mancato accordo sul testo finale, che ha l’obiettivo di accelerare la lotta contro il cambiamento climatico. Uno dei momenti-clou della plenaria conclusiva è stata la reazione dell’India contro l’eliminazione graduale dei combustibili fossili: anche i Paesi in via di sviluppo hanno il “diritto” di emettere gas serra e non si puo’ chiedere loro di rinunciare a carbone e idrocarburi (quando il cambiamento climatico e’ stato “causato dagli stili di vita insostenibili e dispendiosi” dei Paesi ricchi), ha detto il ministro dell’Ambiente, aggiungendo che non e’ compito delle Nazioni Unite essere prescrittivi sulle fonti energetiche.
I Paesi in via di sviluppo come l’India, ha insistito, vogliono avere la loro “quota equa del bilancio globale” di anidride carbonica e continuare il loro “uso responsabile” dei combustibili fossili. “Ogni Paese arrivera’ ai suoi obiettivi di emissioni al suo passo. In questo contesto, come ci si puo’ aspettare che i Paesi in via di sviluppo facciano la promessa di eliminare i sussidi al carbone e ai combustibili fossili?“, ha osservato, evocando la possibilita’ che “il consenso rimanga illusorio”. Non e’ ancora chiaro se il Ministro volesse fare un’ultima ‘tirata’ in pubblico o se continuera’ a insistere affinche’ il riferimento sulla limitazione dei combustibili fossili venga rimosso.
Il Sudafrica “condivide pienamente i sentimenti di Cina e India” sulla chiusura delle centrali a carbone e la fine dei sussidi alle fonti fossili, previste nella bozza del documento finale. “Non crediamo che la taglia unica sia un buon approccio quando si arriva a questo tema particolare. Vi chiediamo di ascoltare la nostra voce su questo argomento“, ha detto il rappresentante del Paese africano.