La nuova variante del coronavirus SARS-CoV-2, rinominata Omicron, sta creando scompiglio nel mondo, con nuove restrizioni verso alcuni Paesi dell’Africa australe, dove è stata scoperta, per limitarne la diffusione nei Paesi del mondo, cosa che sembra comunque inevitabile. Secondo i dati emersi in Sud Africa, Omicron sembra più contagiosa della Deltae pare che dia maggiore probabilità di reinfezione.
“Tracciamento a tappeto, lavorando di fino, meglio di come è stato fatto fino ad ora, per evitareche la variante Omicron arrivi e si diffonda sul territorio nazionale“. È questa la strada da seguire secondo Arnaldo Caruso, Presidente della società italiana di virologia, ordinario di microbiologia e microbiologia clinica all’Università di Brescia e Direttore del Laboratorio di microbiologia dell’Asst Spedali Civili.
Molto probabilmente “Omicron” sarà capace di “bucare“ la protezione immunitaria data dal vaccino, cosa quasi scontata dato che i vaccini attualmente in uso sono formulati sulla base del virus di Wuhan. “Se gli anticorpi formati a seguito della vaccinazione avevano mostrato un indebolimento rispetto alla prima variante sudafricana ed alla Mu, oggi guardiamo con preoccupazione ad Omicron, perché è la sommatoria delle mutazioni che abbiamo conosciuto fino ad ora”, spiega Caruso. “I produttori hanno annunciato un aggiornamento del vaccino, che dovrebbe essere pronto, almeno per Pfizer, fra tre mesi. Forse doveva essere fatto prima. Il virus si sta modificando perché gli stiamo permettendo di circolare indisturbato – sottolinea Caruso – queste non sono mutazioni indotte da vaccinazioni o farmaci, che normalmente indeboliscono i virus. Al contrario, il virus sta cercando ancora un’evoluzione rispetto alle sue potenzialità”.
A questo punto, viene spontaneo chiedersi quanto senso ha fare la terza dose di vaccino, se presumibilmente fra qualche mese bisognerà fare un vaccino specifico che funzioni contro la variante Omicron. “Oggi noi dobbiamo fronteggiare la Delta, da cui ci si protegge col vaccino. Quindi è assolutamente necessario fare la terza dose. Speriamo di poter evitare l’ingresso di Omicron con il tracciamento. Se andiamo invece verso una prossima stagione con la nuova variante, fare il richiamo con la quarta dose sarà da ipotizzare“, dice Caruso, anche se i dati dimostrano già che gli attuali vaccini non riescono a bloccare il contagio neanche con la variante Delta, che è ancora in grado di provocare ricoveri e decessi tra i vaccinati.