Covid, Vaia (Spallanzani): “aboliamo il bollettino, è una campana a morte che ci deprime e non serve a niente”

Vaia: "quando finirà la pandemia? Secondo me ci siamo vicini. Dobbiamo tirare un po' il collo per questo 2022"
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Il prof. Francesco Vaia, direttore dell’Istituto Nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì notte dalla mezzanotte alle sei, in onda anche su Rai 2 sempre dal lunedì al venerdì notte più o meno tra l’una e le due e quaranta.

Il prof, Vaia, parlando di Covid-19, ha fatto il punto della situazione: “Che momento è della pandemia? Dobbiamo distinguere tra quello che appare sui quotidiani e che riflette ovviamente un po’ di disorientamento da quella che è la realtà. Io ho proposto lo stop al bollettino dei contagiati per come lo intendiamo ora. Non ci dice più nulla. Dobbiamo guardare al tasso di ospedalizzazione ed in particolare al tasso di ospedalizzazione delle terapie intensive. La campagna vaccinale che abbiamo effettuato ci pone a distanza siderale rispetto all’anno scorso. Ci vuole equilibrio, i numeri di ora erano attesi. E guardando le persone in terapia intensiva, numero molto ma molto molto molto minore rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, bisogna farne l’identikit. Oggi in terapia intensiva finiscono, parlo dei dati dello Spallanzani, per due terzi non vaccinato. L’altro terzo è composto di persone che hanno molte altre malattie ed una età particolarmente avanzata“.

Secondo Vaia, “bisogna percorrere la via italiana. Quella dell’equilibrio. Basta rincorrere gli altri. Osserviamo quello che accade e prendiamo le decisioni in base a quello che succede. Vacciniamo le persone che vanno vaccinate. E togliamo tanta legna al fuoco di coloro che ancora credono alla terra piatta. Chiusure? Oggi secondo me non ne dobbiamo fare neppure una. Quelli che ancora non credono allo strumento vaccino? I numeri parlano chiaro. Sono davanti a noi. I vaccini funzionano“.

Riguardo la terza dose, Vaia ha spiegato: “Abbiamo visto che l’efficacia dei vaccini scende dopo cinque o sei mesi. Dobbiamo uscire dalla pandemia e secondo me ci riusciremo. Ma bisogna vaccinarsi. Non lamentarsi. Facciamo la terza dose, mettiamoci al riparo. Spingiamo sulla terza dose a partire dai fragili e agli anziani e poi apriamo a tutti. Abbandoniamo anche l’età anagrafica, a questo bollettino che è sciagurato e che ci deprime. E’ una campana a morte che non serve più a niente. Ridiamo fiducia al nostro popolo. Sono d’accordo sulla terza dose a cinque mesi, sono stato tra i primi a proporla. Il messaggio giusto oggi è equilibrio, moderazione, speranza“.

Il super green pass per Vaia è “una decisione che spetta alla politica, noi dobbiamo incentivare la vaccinazione. Se è ritenuto uno strumento ritenuto utile per incentivare la vaccinazione bene. Io preferisco andare dritto all’obiettivo, amplierei l’obbligo vaccinale, estendendolo a tutti quelli che hanno contatti con il pubblico“.

Sul Natale, Vaia ha affermato: “Non ho la palla di vetro, né sono un mago. Mi aspetto che se noi aumentiamo la nostra capacità di vaccinazione e tutti manteniamo la calma e rispettiamo le regole, compresa la famosa mascherina, sarà un Natale tranquillo e sereno. Teniamocele strette le cose che riabbiamo conquistato. Ce le teniamo con il vaccino e con atteggiamenti saggi. Ad esempio, se sono allo stadio e la mia squadra segna un gol, devo evitare di saltare addosso al mio amico, abbracciarlo e baciarlo. La prudenza deve rimanere. Questo è un bene prezioso che abbiamo acquisito. Ma io credo molto nel popolo italiano“.

Sulla fine della pandemia, Vaia ha concluso: “Quando potremo dire che è passata? Secondo me ci siamo vicini. Dobbiamo tirare un po’ il collo per questo 2022 e arrivare finalmente a fare un vaccino come succede per l’influenza. Un vaccino di richiamo annuale che sia aggiornato. Bisogna chiamare le aziende a fare presto a riaggiornare i vaccini sulle varianti“.

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