Colta con le mani nel sacco. Anzi, con le mani sul batuffolo di cotone. Una dottoressa in servizio all’hub vaccinale di Lurate Caccivio (Como), è stata denunciata alla Procura della Repubblica perché fingeva di vaccinare i pazienti senza iniettare loro il siero, ma facendo così ottenere loro il Green pass. La denuncia è partita dalla cooperativa di medici che si occupa della gestione dell’hub e della somministrazione vaccinale. La dottoressa, che in base a quanto si apprende era estranea alla cooperativa, si era proposta di vaccinare un gruppo di pazienti fragili da lei seguiti, che arrivavano da diverse parti della Lombardia.
Ottenuto il nullaosta da Ats Insubria, il medico si è presentato con la lista di una ventina di persone da vaccinare. Oggi pomeriggio avrebbe dovuto somministrare delle seconde dosi, ma qualche collega si è insospettito per il suo comportamento e hanno dunque iniziato ad osservarla: la dottoressa fingeva di fare il vaccino ma iniettava la dose, già nella fiala, nel cotone idrofilo.
Quando il medico responsabile della cooperativa si è messo al posto della dottoressa per proseguire le vaccinazioni, i pazienti prenotati si sono allontanati. Il sospetto è dunque che dietro vi fosse un’organizzazione mirata ad ottenere fraudolentemente i Green pass: saranno le indagini ora a chiarire se il sospetto è fondato.
La dottoressa denunciata per aver finto di vaccinare alcuni pazienti è un medico di base comasco. L’esposto è ora stato firmato dal dottor Gianni Clerici, presidente della cooperativa Medici Insubria, e responsabile sanitario dell’hub di Lurate Caccivio. “L’autorizzazione è stata regolarmente conferita da Ats Insubria nei giorni scorsi – spiega la direttrice dell’hub, Simona Clerici – in quanto la dottoressa aveva dichiarato di aver convinto alcuni suoi pazienti reticenti con la rassicurazione che sarebbe stata lei a somministrare il vaccino. Dopo qualche somministrazione effettuata, il nostro collaboratore, che affiancava la professionista per la registrazione dei vaccini, si è insospettito per il comportamento e l’atteggiamento durante l’effettuazione delle somministrazioni“. “Quanto accaduto – precisa Simona Clerici – pesa molto di più di tutti i sacrifici fatti, dopo lo sgomento iniziale mi sento di ringraziare i nostri collaboratori che hanno prontamente rilevato quel comportamento scorretto e lo hanno subito segnalato capendo la gravità di quanto stava succedendo”.