Chissà perché, il periodo della pandemia da Covid-19 ha visto proliferare in tutto il mondo il numero di scoperte storico-archeologiche. E’ quasi come se, il mondo che si è fermato per mesi, avesse fatto i conti con sé stesso, facendo concretamente tornare in superficie il proprio passato. Dagli USA arriva la notizia del ritrovamento di uno scheletro fossile di circa 300 milioni di anni, trovato nel corso del 2020 in un parco nazionale dello Utah, e che ora si rivela essere il primo del suo genere, vale dire che potrebbe essere stata scoperta una nuova specie vivente, secondo quanto spiegano i ricercatori impegnati nell’identificazione del repertorio. Non è infatti ancora noto di quale specie si tratti ma è quasi certo che il fossile appartenga alla famiglia dei tetrapodi, ovvero animali vertebrati dotati di quattro zampe, e potrebbe essere un primo antenato di rettili o mammiferi.
L’opinione dei paleontologi che si stanno occupando della analisi, il fossile potrebbe avere da 295 a 305 milioni di anni, il che lo collocherebbe tra i periodi geologici del Pennsylvaniano e del Permiano. “E’ un esemplare fenomenale. Non si vede qualcosa del genere molto spesso“, ha commentato Adam Marsh, capo paleontologo del Parco Nazionale della Foresta Pietrificata, in Arizona. Il fossile è stato scoperto da un ranger nel Parco Nazionale di Canyonlands nell’ottobre dell’anno scorso ed è stato prelevato il mese scorso, dopo che il team di paleontologi ha ottenuto le autorizzazioni. Il reperto è ora conservato nel laboratorio del parco della Foresta Pietrificata, dove gli studiosi cercheranno di determinare la specie a cui appartiene, se già nota. Un lavoro, questo, che potrebbe richiedere almeno un anno. La probabilità che si tratti di una nuova specie, sebbene considerata remota, non viene esclusa dai ricercatori.