E’ iniziata la stagione influenzale 2021/2022, e il Ministero della Salute ha voluto ricordare che la vaccinazione “è il mezzo più efficace e sicuro per prevenire la malattia“: è quanto si legge in un post pubblicato sui social. “Ogni anno milioni di persone si ammalano di influenza.
Vaccinati, proteggi te stesso e chi è più a rischio!
Parlane con il tuo medico. Il vaccino è raccomandato e gratuito per le categorie a rischio e può essere somministrato in sicurezza in concomitanza con il vaccino anti Covid-19!“.
Con la circolare, “Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2021-2022“, il Ministero ha raccomandato “la vaccinazione antinfluenzale nella fascia di età 6 mesi – 6 anni, anche allo scopo di ridurre la circolazione del virus influenzale fra gli adulti e gli anziani. Inoltre, al fine di facilitare la diagnosi differenziale nelle fasce di età a maggiore rischio di malattia grave, la vaccinazione antinfluenzale è fortemente raccomandata e può essere offerta gratuitamente nella fascia d’età 60-64 anni.
La vaccinazione è, inoltre, fortemente raccomandata per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, che operano a contatto con i pazienti, e per gli anziani istituzionalizzati in strutture residenziali o di lungodegenza“.
Prevenzione e controllo dell’influenza
L’influenza, si spiega sul sito del Ministero della Salute, “è una malattia provocata da virus del genere Orthomixovirus, che infettano le vie aeree (naso, gola, polmoni). È molto contagiosa, perché si trasmette facilmente attraverso goccioline di muco e di saliva, con tosse e starnuti, ma anche semplicemente parlando vicino a un’altra persona, o per via indiretta, attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie.
L’influenza rappresenta un serio problema di sanità pubblica e una rilevante fonte di costi diretti e indiretti per l’attuazione delle misure di controllo e la gestione dei casi e delle complicanze della malattia ed è tra le poche malattie infettive che, di fatto, ogni uomo sperimenta più volte, nel corso della propria esistenza, indipendentemente dallo stile di vita, dall’età e dal luogo in cui vive.
In Italia, come nel resto d’Europa, l’influenza si presenta con epidemie annuali durante la stagione invernale. Casi sporadici possono verificarsi anche al di fuori delle normali stagioni influenzali, anche se nei mesi estivi l’incidenza è trascurabile“.
Le epidemie influenzali annuali “sono associate a morbosità e mortalità elevate. L’influenza colpisce ogni anno in media l’8% della popolazione italiana, mantenendo un livello intermedio rispetto a quello osservato nella stagione 2005-2006, in cui è stato registrato il minimo storico di attività influenzale (4%), e quello osservato nella stagione 2004-2005, in cui l’incidenza ha raggiunto il massimo livello (12%) dall’avvio della sorveglianza nel 1999.
In base ai dati relativi alle diverse stagioni influenzali, la curva epidemica generalmente raggiunge il picco all’inizio del mese di febbraio, colpendo soprattutto la popolazione in età pediatrica (0-4 e 5-14 anni), con un’incidenza cumulativa che decresce all’aumentare dell’età (sino a raggiungere il valore minimo negli ultra 64enni).
I casi severi e le complicanze dell’influenza sono, tuttavia, più frequenti nei soggetti al di sopra dei 65 anni di età e con condizioni di rischio, come, ad esempio, il diabete, le malattie immunitarie o cardiovascolari e respiratorie croniche. Alcuni studi hanno messo in evidenza un aumentato rischio di malattia grave nei bambini molto piccoli e nelle donne incinte. Tuttavia, casi gravi di influenza si possono verificare anche in persone sane, che non rientrano in alcuna delle categorie citate.
Il Centro europeo per il controllo delle malattie (ECDC) stima che, in media, circa 40 mila persone muoiano prematuramente ogni anno a causa dell’influenza in Unione europea. Il 90% dei decessi si verifica in soggetti di età superiore ai 65 anni, specialmente tra quelli con condizioni cliniche croniche di base“.
Ogni anno il Ministero della Salute predispone una circolare “contenente indicazioni per la prevenzione e il controllo dell’influenza stagionale: sorveglianza epidemiologica e virologica, prevenzione dell’influenza attraverso la vaccinazione e le misure di igiene e protezione individuale. Nella circolare sono indicate anche le categorie di persone per le quali è raccomandata e offerta gratuitamente la vaccinazione.
Il Ministero della Salute monitora, inoltre, l’andamento delle vaccinazioni, pubblica i dati delle coperture vaccinali e promuove il sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica e virologica dell’influenza, InfluNet e la sorveglianza dei casi gravi e severi“.
Alla base dell’epidemiologia dell’influenza “c’è la marcata tendenza di tutti i virus influenzali a variare, cioè ad acquisire cambiamenti nelle proteine di superficie, che permettono loro di aggirare la barriera costituita dall’immunità presente nella popolazione con esperienza pregressa di infezione; ciò spiega perchè l’influenza possa ripetutamente colpire la popolazione e causare ricorrenti epidemie, la cui unica prevenzione resta la profilassi vaccinale.
Questo spiega, inoltre, perché la vaccinazione va ripetuta ogni anno.
Sulla base dei dati di laboratorio relativi ai virus circolanti, annualmente l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) dà indicazioni sulla composizione del vaccino da utilizzare, poi richiamata nella circolare ministeriale.
I virus influenzali A e B, responsabili di malattia nell’uomo, vanno incontro, infatti, a frequenti e permanenti cambiamenti del loro assetto genetico, determinando la comparsa di stipiti nuovi dal punto di vista antigenico.
I cambiamenti antigenici possono essere:
- di minore entità (“drift antigenici”); sono frequentissimi e portano costantemente alla comparsa di ceppi responsabili delle epidemie influenzali che si susseguono di anno in anno
- di maggiore entità (“shifts antigenici”); si verificano, di fatto, solo per i virus di tipo A, non riguardano i virus del tipo B e sono responsabili della comparsa di nuovi sottotipi di virus influenzali con caratteristiche antigeniche molto diverse rispetto ai virus precedenti.
I virus “mutati” sono dotati di potenziale pandemico, cioè della capacità di provocare epidemie estese in breve tempo a tutta la popolazione del globo. Le caratteristiche del tutto nuove rispetto ai virus circolanti, infatti, fanno sì che la popolazione umana non abbia alcuna protezione immunitaria (acquista naturalmente o per effetto della vaccinazione) nei loro confronti“.