Una nuova variante del coronavirus SARS-CoV-2 rilevata negli ultimi giorni in cinque Paesi comporta maggiori rischi di contagio rispetto a quelle già note: lo ha comunicato oggi l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), al termine di una riunione di emergenza a Ginevra. Il ceppo è stato definito come preoccupante (“of concern” in inglese) e classificato con il nome “Omicron“. Ad oggi la variante, anche nota come B.1.1.529, è stata rilevata in Sudafrica, Botswana, Belgi, Hong Kong e Israele.
La variante ha un gran numero di mutazioni, spiegano gli esperti, “alcune delle quali preoccupanti”. È stata segnalata per la prima volta all’OMS dal Sudafrica il 24 novembre scorso, spiegano dall’agenzia. La situazione epidemiologica nel Paese è stata caratterizzata da tre picchi distinti nei casi segnalati, l’ultimo dei quali è stato prevalentemente da variante Delta. Nelle ultime settimane, però, “le infezioni sono aumentate vertiginosamente – ripercorre l’OMS – in coincidenza con il rilevamento della variante B.1.1.529. La prima infezione confermata nota da B.1.1.529 proveniva da un campione raccolto il 9 novembre 2021″.
Secondo un rapporto del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle malattie (ECDC), il livello di rischio associato alla variante Omicron per l’Ue è “alto o molto alto“. La variante, spiega l’ECDC, è quella “meno simile” tra quelle esaminate durante la pandemia.