Mappare l’impronta umana dallo spazio [FOTO]

Un'urbanizzazione rapida e non programmata, unita alle sfide del cambiamento climatico, possono causare un aumento dell'inquinamento atmosferico, una maggiore vulnerabilità alle calamità naturali, oltre a problematiche associate alla gestione delle risorse come l'acqua, le materie prime e l'energia
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Secondo il Dipartimento di Economia e Affari Sociali delle Nazioni Unite, nel 2050 la popolazione mondiale dovrebbe arrivare a 9,7 miliardi. Le aree urbane ospitano già il 55% della popolazione mondiale e si prevede che aumenti al 68% entro il 2050. Un’urbanizzazione rapida e non programmata, unita alle sfide del cambiamento climatico, possono causare un aumento dell’inquinamento atmosferico, una maggiore vulnerabilità alle calamità naturali, oltre a problematiche associate alla gestione delle risorse come l’acqua, le materie prime e l’energia.

Per aumentare la comprensione dei trend attuali nell’urbanizzazione globale, l’ESA e il Centro aerospaziale tedesco (DLR), in collaborazione con il team di Google Earth Engine, stanno dando vita al progetto World Settlement Footprint (Impronta dell’insediamento a livello mondiale), il set di dati più completo al mondo sull’insediamento umano.

La suite World Settlement Footprint si compone di una serie di prodotti diversi, due dei quali sono stati introdotti questa settimana durante la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP26) per il Cities, Regions & Built Environment Day: World Settlement Footprint 2019 (WSF 2019) e World Settlement Footprint Evolution (WSF Evolution). Questi prodotti sono stati realizzati utilizzando milioni di ore di tempo di calcolo con Google Earth Engine, la piattaforma di Google per l’analisi dei dati geospaziali.

WSF 2019, che fornisce informazioni sugli insediamenti umani a livello globale con dettagli estremamente precisi, presenta i dati delle missioni Copernicus Sentinel-1 e Sentinel-2, mentre WSF Evolution è stato generato elaborando sette milioni di immagini dal satellite statunitense Landsat raccolte tra il 1985 e il 2015 e illustra la crescita degli insediamenti umani su base annua.

Questa raccolta senza precedenti di prodotti globali sugli insediamenti umani anticipa la nostra conoscenza dell’urbanizzazione su scala globale.

I nuovi prodotti World Settlement Footprint diventeranno una risorsa per gli uffici di statistica nazionali, le autorità locali, la società civile e le organizzazioni internazionali coinvolte nell’implementazione del Sustainable Development Goal 11 (Obiettivo 11 di sviluppo sostenibile) dell’Agenda 2030 sullo Sviluppo sostenibile e la New Urban Agenda (Nuova Agenda Urbana). Il set di dati WSF si è dimostrato una risorsa fondamentale per analizzare l’urbanizzazione nei paesi in via di sviluppo, dove spesso le informazioni disponibili sono scarse o inesistenti.

Mattia Marconcini, che dirige il World Settlement Footprint dal DLR, commenta al riguardo: “Sapere dove vivono gli esseri umani è facile con i servizi web accessibili gratuitamente che riportano descrizioni dettagliate sulle loro piattaforme. Se iniziamo a concentrarci sui paesi a medio-basso reddito, in particolare sulle aree urbane e suburbane, è subito chiaro come le informazioni sulla portata globale degli insediamenti umani non siano disponibili per vaste aree del mondo. Ed è qui che entra in gioco il World Settlement Footprint“.

“Il World Settlement Footprint fornisce una base di conoscenze che può supportare ricercatori, enti di governo e altre parti interessate come gli urbanisti, per meglio comprendere come sta avvenendo l’urbanizzazione e, contemporaneamente, mettere in atto strategie di sviluppo urbano sostenibile per politiche decisionali informate a livello locale e nazionale”.

Marc Paganini dell’ESA ha affermato, “La disponibilità di flussi di dati continui di alta qualità e di osservazioni satellitari gratuite come Sentinels del programma europeo Copernicus e le missioni Landsat, unitamente allo sviluppo di metodi automatizzati per l’elaborazione e l’analisi dei dati su vasta scala e la democratizzazione dei costi di elaborazione, offrono opportunità senza precedenti per monitorare in modo efficiente i cambiamenti e le tendenze nello sviluppo urbano a livello globale”.

Il World Settlement Footprint è un grande esempio di come possiamo sfruttare la rivoluzione dei dati a vantaggio di tutti i paesi e di tutte le città, senza lasciare indietro nessuno, uno dei leitmotiv dell’agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile”.

I nuovi prodotti WSF hanno ricevuto riscontri positivi da diversi utenti che hanno potuto accedervi in via preliminare, in particolare la Banca Mondiale, l’Asian Development Bank (Banca asiatica di sviluppo), l’UN-Habitat (Programma delle Nazioni Unite per gli Insediamenti Umani) e il Comitato Internazionale della Croce Rossa.

Robert Ndugwa, Capo della sezione Dati e Analisi di UN-Habitat e alla guida delle statistiche urbane globali di UN Habitat, ha commentato: “Il World Settlement Footprint Evolution ha consentito di effettuare un’analisi scalabile e un calcolo dei trend di urbanizzazione spaziale non solo per singole città e aree urbane, ma anche su scala nazionale e globale”.

“Dobbiamo orientarci verso la creazione di città e insediamenti umani sostenibili, e questo dipende da come misuriamo le aree e da come riusciamo a prevedere la crescita in tutte queste città in futuro. Crediamo che l’osservazione della Terra e le tecnologie geospaziali ci forniscano gli strumenti necessari per poter crescere in questa direzione”.

Sameh Wahba, Direttore della Urban, Disaster Risk Management, Resilience and Land Global Practice della Banca Mondiale, ha aggiunto: “I Big Data sono ampiamente utilizzati per comprendere e analizzare i trend di sviluppo attuali, le principali problematiche e gli scenari di urbanizzazione futuri nelle aree. Nel corso degli ultimi anni, la cooperazione con ESA, DLR e altre organizzazioni ci consente di ampliare le frontiere della nostra conoscenza e utilizzare dati basati sulle evidenze nel nostro processo decisionale”.

Con l’uso di World Settlement Footprint Evolution, il nostro team è in grado di monitorare l’esposizione al rischio di inondazioni delle città in espansione in tutto il mondo come Bangkok in Thailandia. I dati indicano che stiamo assistendo a un trend preoccupante: gli insediamenti nuovi e quelli non pianificati nelle aree ad alto rischio di inondazioni sono aumentati in modo significativo, in particolare nei paesi a reddito medio e basso. I dati ad alta risoluzione ci consentono di collaborare con i nostri partner in tutto il mondo per determinare come si sta evolvendo questo rischio e identificare i fattori trainanti di tale crescita urbana ad alto rischio“.

Il World Settlement Footprint 2019 e il World Settlement Footprint Evolution sono accessibili attraverso il portale Geoservice del Centro di Osservazione della Terra della DLR. Entrambi i prodotti possono essere scaricati dai link forniti più sotto.

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