Epocale scoperta archeologica: un ciondolo in avorio di mammut risalente a 41.500 anni fa cambia la storia del moderno Homo sapiens in Europa

Il ciondolo, di forma ovale con margini arrotondati, due fori praticati a decorazione, è la prova che il moderno Homo sapiens arrivò in Europa prima di quanto si pensasse
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Le tracce dell’arte mobiliare e dell’interesse verso la cura del corpo sono associate alle innovazioni culturali introdotte dall’Homo sapiens all’inizio del Paleolitico superiore. In una recente scoperta pubblicata su Nature, un team di ricercatori guidato da Sahra Talamo, riporta la scoperta del più antico ornamento punteggiato modificato dall’uomo mai conosciuto; si tratta di un ciondolo in avorio decorato risalente al paleolitico e rinvenuto nella grotta di Stajnia in Polonia. I ricercatori hanno anche descritto le caratteristiche di questo pezzo unico, come il contesto stratigrafico e i dettagli della sua datazione cronometrica. Il ciondolo della grotta di Stajnia è un oggetto personale, un “gioiello” creato 41.500 anni fa (alla data precisa si è riusciti a risalire grazie al radiocarbonio). Si tratta del più antico ornamento conosciuto nel suo genere in Eurasia e stabilisce direttamente una nuova data di inizio per una tradizione collegata alla diffusione del moderno Homo sapiens in Europa.

L’emergere della decorazione e dell’ornamento del corpo umano è considerato una delle prime manifestazioni del comportamento simbolico, segnando l’inizio dell’identità etnolinguistica e della complessità sociale nell’uomo. I tempi in cui e dove gli ornamenti personali sono apparsi nella documentazione archeologica sono importanti per ricostruire le traiettorie del pensiero astratto degli umani arcaici e comprendere come le rappresentazioni figurative variassero nel tempo. In Europa era documentata la più antica testimonianza di ornamento del corpo risalente al Paleolitico superiore iniziale, trovata a Bacho Kiro, in Bulgaria, per il quale sono stati lavorati diversi denti di carnivori trasformati in ciondoli. Un successivo progresso tecnico è registrato nell’Aurignaziano Antico, quando l’avorio di mammut iniziò a essere manipolato per la produzione di ciondoli e arti mobili. All’interno di questi nuovi accessori, un nuovo tipo di decorazione emerse su alcuni ornamenti in Francia sudoccidentale. Finora, la maggior parte di questi ornamenti iconici sono stati recuperati durante scavi più antichi dei ciondoli stessi. Quindi, la loro attribuzione cronologica si basa solo sul contesto stratigrafico piuttosto che direttamente sulla datazione. Recenti programmi cronometrici hanno però prodotto risultati contraddittori che confermano la provenienza imprecisa dei campioni raccolti durante precedenti lavori sul campo. Questa situazione rende la ricostruzione dell’emergere dell’aumento dell’interesse verso l’ornamento del corpo umano e la discussione sull’epicentro della diffusione dell’arte mobiliare in Europa oggetto di accesi dibattiti, lungi dall’essere risolti.

In questo contesto si inserisce il ciondolo e il punteruolo scoperti nella grotta di Stajnia. Il ciondolo è caratterizzato da una forma ovale con margini arrotondati, due fori praticati e decorazione costituita da motivi di punture sequenziali. Il pezzo più grande del ciondolo è 4,5 cm di lunghezza e 1,5 cm di larghezza, mentre lo spessore varia tra 0,36 e 0,39 cm. C’è una perforazione completamente conservata visibile sul pezzo più grande, situato vicino al centro del manufatto ricostruito, vicino al suo bordo superiore

Un altro foro, inizialmente localizzato in prossimità del bordo opposto del manufatto, è in parte conservato. L’ornamento è in parte distrutto dall’esfoliazione avvenuta in prossimità del foro 1. La microscopia elettronica a scansione (SEM) è stata condotta per verificare il carattere artefatto delle caratteristiche osservate e per identificare la tecnologia utilizzata per la loro fabbricazione. L’analisi SEM indica che la superficie dorsale del ciondolo non presenta evidenti tracce di preparazione intenzionale precedente la creazione delle punture. La puntura ventrale, invece, presenta tracce di levigatura che sono lineari e
parallele all’asse maggiore del manufatto. In sostanza, il foro 1 e il foro 2 sono stati fabbricati artificialmente perforando da entrambi i lati, risultando in una forma biconica in sezione trasversale. La maggior parte delle forature sono simili in termini di contorni e sezioni trasversali, il che rende altamente probabile che tutti siano stati realizzati con lo stesso strumento, probabilmente in un tempo relativamente breve.

Una chiara evidenza di lavorazione dell’osso è mostrata nella faccetta inferiore, che ha bordi affilati verso entrambi i lati e la punta rotonda mostra segni di usura. L’analisi zooarcheologica mediante spettrometria di massa (ZooMS) rivela che il ciondolo è fatto di avorio di mammut e il punteruolo di osso di cavallo. Il motivo decorativo è una delle innovazioni artistiche che si sono sviluppate durante l’Aurignazia antica in Europa e nelle pianure russe. Fino ad ora queste raffigurazioni sono sempre state interpretate come conteggi di caccia, sistemi di conteggio aritmetici o notazioni lunari, mentre altri avevano sicuramente scopi meramente estetici.

Una precisa contestualizzazione interculturale dell’emergere dell’arte mobiliare e dell’aumento della cura del corpo, specialmente in Europa, richiede la datazione diretta al radiocarbonio di alcune di queste figurine e ornamenti per risolvere le questioni dibattute riguardanti la contemporaneità e le connessioni socio-culturali tra i gruppi di Homo
sapiens all’inizio del Paleolitico superiore.

Indagare sull’arte paleolitica usando il preciso ticchettio dell’orologio al radiocarbonio è impegnativo, soprattutto quando comporta la distruzione di manufatti preziosi e unici. “Tuttavia – spiegano gli autori dello studio –, combinando il radiocarbonio aggiornato pretrattamento, la spettroscopia NIR pre-screening per quantificare in modo non distruttivo la conservazione del collagene e gli ultimi progressi strumentali AMS, con la nuova calibrazione IntCal2021, possiamo superare le precedenti limitazioni alla datazione diretta di piccoli ornamenti di grande pregio e invece associarli direttamente a una data al radiocarbonio di precisione centuriale. L’età di circa 41.500 del pendente in avorio decorato dalla grotta di Stajnia sottolinea l’importanza di datare direttamente l’arte mobiliare per risolvere l’intrigante enigma dell’emergere del comportamento simbolico e moderno nella corso dell’evoluzione umana”.

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