Nuova scoperta dell’Università di Trento sulle analogie tra movimento nello spazio fisico e in quello astratto: nel cervello, oltre a esserci cellule che funzionano in modo simile a un gps, ce ne sono anche altre che costituiscono una sorta di bussola. In altre parole, studiosi e studiose del CIMeC di UniTrento hanno scoperto che gli stessi sistemi neurali che segnalano la direzione del movimento nello spazio fisico si attivano anche per orientarsi e “camminare” tra i concetti nello spazio astratto delle idee.
I risultati dello studio sono stati pubblicati dalla rivista scientifica internazionale Communications Biology. Gli autori fanno parte del team diretto da Manuela Piazza e sono Simone Viganò, Valerio Rubino, Marco Buiatti e la stessa Manuela Piazza del Centro Mente/Cervello dell’Università di Trento.
Il team di ricerca del Centro interdipartimentale Mente/Cervello dell’Ateneo di Trento qualche tempo fa aveva dato riscontro sperimentale al fatto che nel cervello umano le popolazioni di neuroni che indicano la posizione nello spazio secondo un sistema di coordinate (funzionando un po’ come un gps) si attivano non solo per navigare nello spazio fisico, ma anche in quello astratto delle idee e dei concetti. Queste popolazioni di neuroni sono chiamate cellule di posizione e cellule a griglia e sono localizzate nella regione ippocampale e nella corteccia mediale prefrontale.
Ora lo stesso gruppo – sempre utilizzando la risonanza magnetica – ha dato prova empirica del coinvolgimento anche di un’altra tipologia di cellule nel cervello dell’essere umano durante il pensiero astratto, complementari a quelle trovate in precedenza, che costituiscono una sorta di bussola per orientarsi nello spazio delle idee. Questa volta il gruppo è andato alla ricerca del coinvolgimento delle cosiddette cellule di direzione, che sono state individuate nel cervello di diverse specie di animali non umani durante la navigazione dello spazio fisico.
«Con la risonanza magnetica abbiamo dimostrato che vi sono popolazioni di neuroni localizzati per lo più nella corteccia parietale mediale, che si comportano come le cellule di direzione, ovvero segnalano la direzione del movimento anche quando il movimento non avviene in uno spazio fisico, ma in uno spazio astratto, quello dei concetti. Questa scoperta suggerisce l’esistenza di un meccanismo complementare di navigazione concettuale anche esterna a quello individuato nella formazione ippocampale» conclude il team di ricerca.