Archeologia: antiche perle rivelano un social network africano di 50.000 anni

Grazie allo stile mutevole delle perline di guscio d'uovo di struzzo aiuteranno a migliorare la comprensione delle interazioni che esistevano tra antiche popolazioni umane
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Le connessioni culturali tra le popolazioni umane nell’Africa orientale e meridionale sono persistite fino ad almeno 50.000 anni fa, circa 20.000 anni dopo rispetto a quanto avessero previsto le analisi genetiche. A questa conclusione è giunto uno studio pubblicato su Nature. Queste connessioni sociali (social network) – rivelati dall’analisi dello stile mutevole delle perline di guscio d’uovo di struzzo in queste regioni negli ultimi 50.000 anni – forniscono maggiori dettagli sulle dinamiche sociali e sull’evoluzione culturale in Africa.

Il DNA antico suggerisce che i lignaggi genetici dell’Homo sapiens nell’Africa orientale e meridionale si siano separati nel Pleistocene, tra 350.000 e 70.000 anni fa. Da una prospettiva culturale, tuttavia, molte domande rimangono senza risposta, come dove e quando le popolazioni antiche si sono collegate, in quale contesto culturale e perché alla fine si sono separate.

Jennifer Miller e Yiming Wang hanno studiato lo stile mutevole delle perle di guscio d’uovo di struzzo dell’Africa orientale e meridionale negli ultimi 50.000 anni. Gli autori hanno scoperto che la tecnologia per la produzione di perline probabilmente ha avuto origine nell’Africa orientale, prima di diffondersi verso sud (di oltre 3.000 km) attraverso una rete regionale circa da 50.000 a 33.000 anni fa. Durante questo periodo, le perle condividevano somiglianze stilistiche. Questa rete si è interrotta, come indicato dalla regionalizzazione degli stili di perline, circa 33.000 anni fa, lasciando isolate queste rispettive popolazioni fino a quando l’allevamento del bestiame non è stato introdotto nell’Africa meridionale circa 2.000 anni fa. Questa disconnessione regionale potrebbe essere stata collegata al clima, poiché i tempi della rottura della rete sembrano sovrapporsi alla migrazione verso sud di una regione di bassa pressione intorno all’equatore nota come Zona di convergenza intertropicale. Questo fenomeno meteorologico ha portato a periodiche inondazioni del bacino idrografico del fiume Zambesi, una vasta area che collega l’Africa orientale e meridionale.

Gli autori concludono che questa nuova linea di prove culturali potrebbe essere utilizzata per costruire nuove teorie sulla base degli indizi rivelati dalla genetica per aiutare a migliorare la nostra comprensione delle interazioni che esistevano tra antiche popolazioni umane.

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