Nel consueto bollettino settimanale sull’andamento epidemiologico del Covid-19 in Italia, l’Istituto Superiore di Sanità, organo ufficiale del Ministero della Salute, ha pubblicato oggi tutti i dati sull’andamento di contagi, ricoveri e decessi in base al ciclo vaccinale. Dai dati emergono molti dubbi sull’efficacia della terza dose: nel bollettino, infatti, viene evidenziato come nel mese di novembre in Italia abbiamo avuto 7.655 contagiati, 272 ricoverati e 45 morti tra i vaccinati con la terza dose, somministrata fino a quel momento soltanto a poco più di 4 milioni di italiani. Nessun “effetto paradosso“, quindi, ma numeri preoccupanti rispetto all’efficacia del “booster” e alla strategia adottata dal Governo. E’ davvero utile sottoporre alla terza vaccinazione la popolazione per ridurre i morti, i ricoveri e i contagi? Osservando i dati del bollettino sembra proprio di no. Nell’apposita tabella, infatti, notiamo che il tasso di letalità nei vaccinati con la terza dose è identico a quello dei non vaccinati.
In base ai dati ufficiali, quindi, vediamo che nello scorso mese di novembre, in Italia, il tasso di letalità del Covid-19, e cioè la percentuale dei morti in rapporto ai contagiati, è stato dello 0,59% nei non vaccinati, dello 0,14% nei vaccinati con due dosi da meno di cinque mesi, dello 0,92% nei vaccinati con due dosi da più di cinque mesi e infine dello 0,58% nei vaccinati con tre dosi. In base a questi dati, oltre al fatto principale e cioè che complessivamente, a prescindere dal vaccino, più del 99% dei contagiati guarisce da una malattia che è quindi quasi sempre banale o comunque leggera e non letale eppure continua ad essere dipinta da media e politici come una sorta di piaga universale, possiamo notare come i vaccinati con due dosi da più di cinque mesi hanno un maggior rischio di decesso (seppur molto basso, 0,92%) addirittura rispetto ai non vaccinati (0,58%)!