“Per marzo o per l’estate prossima siamo portati a pensare che avremo una prospettiva migliore, senza essere liberi, ma più in uscita da questa pandemia. Questa è un’ipotesi seria“. Così il direttore generale dell’Aifa Nicola Magrini, intervistato a Sky Tg24.
“Per i vaccini anti covid Novavax e Valneva è attesa la valutazione di questa settimana da parte di Ema per il primo e poi a breve per il secondo. Nei primi mesi del prossimo anno avremo la disponibilità di questi vaccini. E’ bene che ci sia un’ulteriore offerta vaccinale, sia per gli ingiustificati scetticismi verso i vaccini a Rna perché si sono dimostrati sicuri, ma anche perché possono diventare vaccini di più facili da utilizzare. E intanto si studia se modificare i vaccini sulla base delle variazioni esistenti”, ha precisato ancora Magrini.
E sull’inoculazione ai bambini, Magrini ha dichiarato che “è importante vaccinare i bambini, possono avere un netto beneficio come le altre fasce di età. Il vaccino poi è in grado di abbattere completamente i ricoveri. Per gli adolescenti il vaccino ha avuto un discreto successo“. Il direttore generale dell’Aifa ha precisato che non ci sono state reazioni gravi nei primi vaccinati, i 3,3 milioni di dati esaminati sono molto confortanti dal punto di vista delle reazioni segnalate. “Le miocarditi sono un effetto rarissimo e il rischio è notevolmente superiore nel caso si prenda il Covid. La sicurezza è ampia, i bimbi tollerano molto bene le vaccinazioni”.
Magrini, dunque, invita alla vaccinazione anche dei bambini e ci informa che in primavera non saremo liberi, ma la situazione sarà in netto miglioramento. Una prospettiva non rosea, quella prevista dall’esperto, il quale già nel gennaio 2021 dichiarava che grazie al vaccino potrebbe essere l’ultimo anno della pandemia solo, però “se, come fu per vaiolo e polio, tutti i Paesi saranno uniti nello sforzo di solidarietà. E se verranno inclusi anche Sud del mondo e Africa”. Cosa, quest’ultima, che non è stata fatta, anche in virtù del fatto che Paesi come l’Italia hanno scelto di procedere con la terza dose a poca distanza dalla seconda, quando l’Oms aveva esplicitamente chiesto di attendere, proprio per destinare le dosi di vaccino prima ai Paesi del Sud del mondo e solo in seguito alle terze dosi per i paesi sviluppati.