“Per il momento” in Italia è esclusa l’ipotesi di obbligo vaccinale. “La presidente dell’Unione europea Von der Leyen fa riferimento alla necessità di attivare questa discussione in Paesi come la Germania, dove stanno al 60-65% di vaccinati. In Italia stiamo raggiungendo quasi il 90%, dobbiamo fare un ulteriore passo avanti, ma sto vedendo degli hub pieni, delle persone che si rivaccinano con la dose di protezione in maniera molto numerose, ed anche un aumento forte delle prime dosi”: ad affermarlo è Walter Ricciardi, presidente Federazione mondiale sanità pubblica e consulente del ministro della Salute Speranza, ospite di ‘Buongiorno’ a Sky Tg24. “Di fatto, come abbiamo visto, le misure vanno adottate in funzione della condizione della popolazione. E’ chiaro che se si ha una popolazione vaccinata soltanto per il 30%, come in Romania, si ha proprio l’obbligo di recuperare rapidamente, e il recupero dal 30% al 90% lo si può fare soltanto con l’obbligo: non si può perdere tempo nel cercare di convincere tanti milioni di persone, perché di fatto quelle persone, nel frattempo, muoiono“. “Da noi la situazione è diversa – ha evidenziato Ricciardi – però capisco la posizione della Von der Leyen che deve cercare di capire come far sì che i Paesi, soprattutto dell’est e del nord, escano da questa situazione in cui si sono cacciati perché di fatto, al contrario dell’Italia, non hanno adottato tempestivamente delle scelte basate sull’evidenza scientifica quando abbiamo realizzato che la variante Delta cambiava le carte in tavola in quanto più contagiosa. Era chiaro che si doveva da una parte coprire le vaccinazioni in maniera più spedita, e dall’altra introdurre, e lo abbiamo fatto per primi, questo Super Green pass“.
“La nostra è una condizione oggettivamente differente rispetto ad altri – ha concluso Ricciardi – però è giusto che gli altri Paesi comincino a prendere in considerazione queste misure perché per loro l’alternativa è chiudere completamente, come, appunto, sta succedendo in Nord Europa, danneggiando forse irreparabilmente la loro economia. Non è una caso, invece, che siamo l’unico Paese in controtendenza anche sull’economia, cioè tutto il mondo decresce, mediamente nei Paesi Ocse il Pil scende del 6% mentre da noi aumenta del 6%: questa è anche una conseguenza delle scelte sanitarie che abbiamo fatto”.