Il caso della morte della docente messinese, Augusta Turiaco, avvenuta a marco 2021 aveva fatto molto clamore, tanto da arrivare fino ai media internazionali. Sin da subito la famiglia si era battuta per provare che la morte dell’insegnante era sospetta, visto che stava bene, era in perfetta salute e il nesso temporale con la somministrazione del vaccino Astrazeneza era evidente. Ora, sono arrivate le conferme. “I consulenti della Procura di Messina hanno depositato la relazione tecnica medico – legale con le indagini istologiche e di laboratorio e hanno attestato la sussistenza di un nesso causale tra la somministrazione del vaccino AstraZeneca e il decesso della professoressa Augusta Turiaco”. A comunicarlo sono il legale Daniela Agnello e la famiglia della donna deceduta.
A quanto pare, il medico legale, insieme ai colleghi di malattie infettive e anatomia patologica, ha escluso la sussistenza di ulteriori cause patogenetiche o di disordini immunitari e/o infezioni, riscontrando altresì “anticorpi antieparina PF4” studiati e approfonditi dal professor Andreas Greinacher e in altri studi in ambito europeo e americano – spiega ancora l’avvocato Agnello.
Sono ben 59 le pagine del report, a conclusione del quale gli esperti ritengono che il decesso dell’insegnate sia in relazione eziologica con la somministrazione del vaccino AstraZeneca, che le era stato inoculato l’11 marzo 2021. Allo stesso tempo gli esperti escludono responsabilità colposa a carico dei sanitari intervenuti, sottolineando come gli scarsi dati della coeva letteratura scientifica, oltre l’assoluta incertezza normativa dell’epoca, consentono di far ritenere esente da censure l’attività degli operatori sanitari.
“Sin dal primo momento di questa tragedia abbiamo elogiato gli interventi del personale medico e infermieristico del Policlinico Universitario e mai ha censurato o chiesto di indagare sull’attività posta in essere dai reparti specialistici che hanno cercato di salvare Augusta dal nemico invisibile”, precisa la famiglia. La denuncia, infatti, è stato presentata contro la società AstraZeneca chiedendo l’avvio di indagini sulla produzione e commercializzazione del vaccino, e sulla regolarità della sperimentazione. In merito a quest’ultimo punto, in particolare, è stato chiesto di accertare se “la sperimentazione del vaccino, avvenuta in tempi straordinariamente accelerati, ha seguito correttamente le linee guida e i protocolli previsti in materia, con corretto ed evolutivo aggiornamento degli stessi”.
“Si rammenta che proprio AstraZeneca stessa ha ammesso, in data 25 marzo, che il suo vaccino non è sempre sicuro, perché “Alcuni casi hanno avuto esito fatale” per cui occorre che “…i vaccinati devono essere informati….”. Ma in quella data Augusta era già nel reparto di terapia intensiva con emorragia cerebrale e lottava tra la vita e la morte. Anche la trasmissione Report in data 25 ottobre 2021 si è occupata del “disastro comunicativo” del vaccino Astrazeneca ed ha riportato proprio il caso di Augusta”, precisa Daniela Agnello.
“Augusta non può e non deve appartenere a quel numero, non più così esiguo, di soggetti morti per la somministrazione di un vaccino consigliato dalle autorità europee e italiane ma con effetti collaterali che potevano essere anche prevedibili. Soggetti che andavano avvisati e informati, che hanno nomi, volti e vite spezzate, sogni e progetti interrotti, e hanno lasciato i loro familiari nel più profondo dolore”, conclude la famiglia della compianta insegnante.