La tragedia verificatisi ieri sera a Ravanusa, nel agrigentino, ha causato tre morti, ma il bilancio potrebbe ancora salire perché tra le macerie si cercano altre 7 persone. L’esplosione è avvenuta a causa dello scoppio di un tubo del metanodotto cittadino (e non di una bombola di gas, come riferito in un primo momento). I vigili del fuoco, dopo l’uomo trovato nella notte, hanno recuperato nelle prime ore della mattinata il corpo di una donna, e un terzo corpo, probabilmente un’altra donna, è stato estratto dalle macerie di una delle palazzine crollate in seguito all’esplosione. Ci sarebbero ancora sei dispersi. Due le persone sopravvissute. Al momento ci sarebbero ancora 7 dispersi, mentre altre due donne sono state estratte vive dalle macerie. Ancora si lavora, anche con i cani molecolari, alla ricerca di sei persone che risultano disperse. Tra queste, una assistente sociale trentenne, in avanzato stato di gravidanza, con il marito – che erano andati, ieri, a trovare i suoceri – e altri tre giovani del paese.
“La perdita di gas è stata molto ingente e non generata da un singolo impianto ma nella rete. Il gas si è accumulato o nel sottosuolo o in un ambiente chiuso. A innescare l’esplosione potrebbe essere stata anche l’attivazione dell’ascensore”. Lo ha detto il comandante dei vigili del fuoco di Agrigento, Giuseppe Merendino, a proposito della esplosione che a Ravanusa ha provocato il crollo di 3 case e il danneggiamento di altre tre. “Nei prossimi giorni faremo accertamenti più approfonditi – ha aggiunto – certo è che una esplosione così è un evento eccezionale“. Tra le cause della rottura del tubo potrebbe esserci il maltempo o uno smottamento del terreno.
Nei crolli a Ravanusa dopo l’esplosione sono ben 40 gli edifici coinvolti, con una deflagrazione a catena, diffusa da una abitazione all’altra. Lo si apprende dai carabinieri di Licata. Alla base dei crolli una probabile fuga di gas da tubature sotterranee, innescata appunto, probabilmente, dall’attivazione dell’ascensore. “E’ verosimile sia stata una fuga di gas da una condotta, ma non si possono escludere altre cause. Bisogna aspettare i risultati. C’è un fortissimo dispiegamento dei vigili del fuoco, militari“, ha riferito il capo della Protezione civile della Sicilia Salvo Cocina, che parlato di un’area di 10mila metri quadrati investita da una deflagrazione fortissima. “Sicuramente c’è stata una fuoriuscita di gas che ha creato una sorta di sacca di metano espansa. – ha spiegato – La forza dell’esplosione, forse innescata dall’avvio di un ascensore, potrebbe essere stata potenziata da una stufetta a gas, ma è ancora troppo presto per dirlo”.
Sulle cause sarà comunque fatta una approfondita indagine. Quel che è certo è che “è stata subito trovata una notevole presenza di gas metano, prima di iniziare il recupero dei dispersi è stato necessario intercettare la linea cittadina del gas, a monte e a valle della zona dove c’è stata la esplosione. L’indagine partirà da questa ipotesi, ma saranno vagliate tutte le possibili situazioni. La situazione è stata particolarmente pesante dal punto di vista del disastro materiale”. Così a Rai news 24 Giuseppe Merendino, comandante provinciale dei vigili del fuoco di Agrigento.
E mentre a Ravanusa si scava a mani nude nella speranza di trovare altre persone ancora vive, il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, e il capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, Guido Parisi, sono in viaggio verso la Sicilia. Curcio e Parisi dovrebbero arrivare sul luogo dell’esplosione in mattinata, per fare un punto con i soccorritori sulle attività in corso. Sono circa 50 i Vigili del Fuoco che hanno lavorato tutta la notte nella zona del crolli causa dall’esplosione. Nelle difficili operazioni di soccorso sono impegnate anche squadre Usar (Urban Search And Rescue) e unità cinofile.
Disastro e omicidio colposi, sequestrati 10.000 mq
La procura di Agrigento indaga “per disastro colposo e omicidio colposo” in merito all’esplosione e ai conseguente crolli che hanno provocato morte e devastazione a Ravanusa. Lo ha detto il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio. “L’ipotesi privilegiata“, ha aggiunto, è quella di “una fuga di metano” che aveva provocato la devastazione. “Abbiamo posto sotto sequestro al termine di un primo sopralluogo un’area di 10 mila metri quadri – ha proseguito rispondendo a una domanda in riferimento a una presunta critica’ nella distribuzione del gas, soprattutto dopo i danni causa dal maltempo – ma dopo un ulteriori danni dal maltempo sopralluogo discutere di mettere in altre aree“. E’ stato già nominato un consulente, ha detto ancora.
Gli sfollati
Sono che circa 100 le persone sfollate che non possono rientrare in casa dopo l’esplosione di Ravanusa. Lo ha reso noto il Dipartimento di Protezione Civile regionale. Il Comune ha preparato luoghi temporanei per l’ospitalità, ma in larga parte gli sfollati hanno trovato accoglienza da parenti e amici.